Tecnica del pompage

Tecnica del pompage: in cosa consiste e come si esegue

Chi soffre di dolori muscolari e/o articolari e di problemi legati al sistema linfatico può sottoporsi a una tecnica particolare dall’effetto immediato: si tratta del Pompage.
Questa metodica prevede una serie di trazioni manuali leggere e progressive, è priva di effetti collaterali e ha l’obiettivo di allungare e tendere i muscoli, oltre che di agire su tendini e legamenti.

Nello specifico, il lavoro del terapista si concentra prevalentemente sulla struttura che riveste gli organi corporei, cioè la fascia. Quest’ultima è quel tessuto connettivo lasso composto da fibre di collagene ondulate e orientate parallelamente che permette il libero movimento tra un muscolo e l’altro; questo particolare tessuto rappresenta il 20% dei tessuti del corpo umano, si trova al di sotto della cute, ricopre quasi tutto il corpo ininterrottamente e riveste ossa, nervi e vasi sanguigni.

Il pompage è una tecnica che prevede una specifica manipolazione basata sulla trazione e sul rilassamento della fascia attraverso l’esecuzione di movimenti delicati e regolari. A idearlo è stato il fisioterapista osteopata Marcel Bienfait che, ispirandosi al massaggio svedese, ha voluto dar vita a una tecnica in grado di allungare le fibre della fascia.

Nel corso degli anni, il pompage ha dato risultati davvero eccezionali, tanto da essere ampiamente utilizzato da fisioterapisti, osteopati e terapisti professionisti per la risoluzione di svariate problematiche. Di conseguenza, è stato suddiviso in diverse sottocategorie, in base alla zona trattata:

  • pompage cervicale;
  • pompage lombare;
  • pompage della spalla;
  • pompage dell’anca;
  • pompage del ginocchio;
  • pompage del piriforme;
  • pompage articolare.

La tecnica è sempre la stessa, ma viene declinata in base all’area interessata e, ovviamente, tendendo conto della problematica da risolvere sul singolo paziente.

Quando è utile il pompage?

Come appena visto, il pompage è un trattamento che può essere applicato in diversi contesti, anche perché interessa l’allungamento di un tessuto diffuso in tutto il corpo umano. In particolare, però, è estremamente consigliato nei seguenti casi:

  • algie vertebrali e articolari: quando si manifestano rigidità articolari si perde quella lassità necessaria a compiere i micromovimenti. Grazie al pompage miofasciale si può recuperare questa lassità fisiologica, in modo da permettere all’articolazione interessata di muoversi liberamente;
  • retrazione e contratture muscolari: il pompage agisce sulla viscoelasticità dei muscoli, ottenendo un rilasciamento muscolare e un’azione decontratturante. L’attività svolta sulla fascia permette di agire immediatamente sui dolori da tensione, che si rivelano essere i più frequenti poiché la struttura è ricca di recettori particolarmente sensibili e dolorosi;
  • disturbi circolatori e linfatici: la fascia è definita “il cuore periferico” poiché ha un legame molto stretto con i vasi sanguigni e favorisce la circolazione dei fluidi corporei. Di conseguenza, se non riesce a muoversi correttamente, può provocare una stasi dei liquidi in posizione sia intravasale, sia extravasale. In questo caso, il pompage ha il compito di sbloccare la stasi avvalendosi di ulteriori tecniche manuali per facilitare il drenaggio dei liquidi.

Ma non solo, perché la tecnica del pompage può essere applicata anche per prevenire la degenerazione delle cartilagini delle articolazioni e in pazienti affetti da:

  • artrosi;
  • periartriti;
  • discopatie;
  • tendiniti.

Come si esegue il pompage?

Il metodo pompage consiste, come accennato, in una serie di manovre che puntano alla messa in tensione della fascia: tramite un movimento ritmico e regolare di trazione e rilasciamento, quindi, si eseguono mobilizzazioni lente e progressive.

Solo grazie alla tensione prolungata e, al tempo stesso, dolce e delicata è possibile raggiungere l’allungamento ideale delle fibre di collagene che compongono la fascia, così da recuperare le lunghezze fisiologiche di tutte le strutture coinvolte.

Detto questo, è possibile suddividere la tecnica del pompage in tre fasi caratteristiche:

  1. messa in tensione: deve essere, appunto, dolce e progressiva affinché si possano allungare i tessuti senza andare oltre la loro fisiologica elasticità; se si supera questo limite, infatti, il corpo attiva un meccanismo di difesa che comporta inevitabilmente la formazione di una contrattura ancora maggiore;
  2. mantenimento: è la fase più importante del pompage, per cui richiede un tempo di almeno 30 secondi. La retrazione muscolare è causata da una compenetrazione eccessivamente fitta tra i miofilamenti di actina e i miofilamenti di miosina a livello dei sarcomeri; dato che la fibra muscolare è particolarmente viscoelastica, basta una una tensione sufficientemente prolungata per permettere ai miofilamenti di actina di scivolare verso l’allungamento. Così facendo, si stendono i muscoli e si ottiene un miglioramento del trofismo cartilagineo nelle articolazioni;
  3. rilascio graduale: il rilasciamento richiede il doppio del tempo del mantenimento e della messa in tensione, perché è la fase in cui si realizza l’azione decontratturante, antalgica e di richiamo circolatorio del pompage.

Ogni pompage viene ripetuto 5-10 volte per un ciclo minimo di trattamenti che può prevedere tra le 5 e le 8 sedute, alla fine delle quali il paziente potrà godere di un risultato non solo soddisfacente, ma anche e soprattutto duraturo.

Pompage articolare cervicale

Il pompage articolare cervicale richiede una piccola precisazione: essendo eseguito su una zona molto delicata del corpo umano, deve precedere manovre mirate ed estremamente dolci. Nello specifico:

  • al momento della tensione, il terapista posiziona la sua mano a livello dell’area sulla quale si vuole applicare il trattamento. Il paziente, da parte sua, deve respirare profondamente. La tensione deve essere mantenuta per almeno 30 secondi;
  • si attua, quindi, un impulso in allungamento e in deco-attuazione dell’articolazione;
  • infine, durante il ritorno, si esegue un progressivo e delicato riposizionamento del rachide cervicale nella sua posizione originale.

Alla fine del trattamento, il paziente avrà un benessere immediato. Per ottenere un risultato a lungo termine, però, potrebbero essere necessarie più sedute.

Quali sono i benefici del pompage?

Il pompage ha lo scopo principale di allungare e stirare i muscoli e, al contempo, di agire su legamenti e tendini. Ecco perché viene ampiamente impiegato per contrastare alcune patologie ortopediche e posturali. I principali benefici che il paziente può riscontrare prevedono l’alleviamento e la riduzione di:

  • contratture muscolari;
  • dolori vertebrali;
  • problemi articolari;
  • infiammazioni di varia natura;
  • artrosi;
  • traumi muscolo-scheletrici (distorsioni e colpo di frusta);
  • squilibri posturali.

Inoltre, tra i vantaggi del pompage da non sottovalutare, rientrano anche la sua capacità di prevenire la degenerazione delle cartilagine articolare e di stimolare la circolazione dei fluidi, sia la linfa che il sangue.

Il pompage ha controindicazioni?

Il fatto che il pompage abbia un effetto immediato e sia applicato in contesti numerosi e diversi tra loro non vuol dire che non abbia alcuna controindicazione; in particolare, non bisogna assolutamente eseguirlo nei seguenti casi:

  • pazienti con neoplasie in atto;
  • pazienti con fratture;
  • pazienti in gravidanza;
  • pazienti affetti da malattie reumatiche e/o infettive;
  • pazienti che hanno da poco subìto un trauma.

Pompage e terapie complementari

Il pompage rientra tra le tecniche manuali non invasive, pertanto può essere abbinato ad altre terapie complementari, di natura sia manuale, sia strumentale. Le più efficaci sono:

  • massaggio decontratturante: è molto utile per chi pratica sport in modo assiduo o a livello agonistico e serve a rilassare i muscoli e a intervenire tempestivamente in presenza di contratture più o meno gravi;
  • ginnastica dolce: è un’attività indicata per chi ha necessità di compiere movimento senza, tuttavia, compiere grandi sforzi;
  • trattamenti riabilitativi: sono consigliati a chi ha subìto un infortunio più o meno grave e si possono tranquillamente associare con il pompage se lo specialista lo ritiene opportuno e funzionale.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma