Fisioterapiasta Osteopata

Osteopata e fisioterapista: le differenze

Una domanda che sicuramente chiunque si è posto almeno una volta nella vita è: meglio l’osteopata o il fisioterapista? O comunque: a chi è meglio rivolgersi?

Bisogna partire da un presupposto fondamentale: sia l’osteopata che il fisioterapista sono due terapisti manuali ed entrambi operano perseguendo la salute del paziente. Per farlo applicano metodi e tecniche differenti ma, non per questo, si escludono tra loro; spesso, infatti, per ottenere determinati obiettivi entra in gioco il lavoro di squadra, che prevede la formazione di un’equipe composta da figure professionali con competenze diverse ma ugualmente importanti.

Fatta questa precisazione, è possibile rilevare le varie differenze tra le due discipline e tra le due figure professionali.

Fisioterapista: chi è e di cosa si occupa

La fisioterapia è una professione sanitaria riconosciuta dal 1994 con un percorso universitario; una volta conseguito il diploma universitario di fisioterapista si è abilitati all’esercizio della professione.

Il fisioterapista abilitato può lavorare sia in collaborazione con altre figure sanitarie, sia in modo del tutto autonomo e si occupa di:

  • valutare e trattare le disfunzioni a carico delle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e viscerali a seguito di eventi patologici di natura congenita o acquisita;
  • elabora, singolarmente o in equipe, un programma di riabilitazione su misura al paziente per aiutarlo a recuperare l’originale stato di salute;
  • pratica in modo autonomo attività terapeutica finalizzata alla rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive attraverso terapie fisiche, manuali, occupazionali e massoterapiche;
  • lavorando sulla funzione, porta alla luce qualsiasi deficit presente nel movimento, nella mobilità articolare, nella sincronia e nell’armonia delle catene muscolari;
  • rileva eventuali percezioni alterate e anomalie nel controllo-sensibilità corporea a livello centrale.

Inoltre, il fisioterapista può svolgere la sua attività come libero professionista presso un suo studio privato o all’interno di strutture sanitarie, pubbliche o private, sia come dipendente, sia come libero professionista. In quest’ultimo caso, la sua presenza è molto utile negli iter di riabilitazione in ambito:

  • ortopedico, a seguito di una frattura o intervento chirurgico;
  • neurologico, dopo un ictus;
  • respiratorio, in caso di riabilitazione polmonare;
  • cardiocircolatorio, successivamente a un intervento toracico;
  • posturale, per correggere vizi posturali e scogliosi;
  • genitourinario, nel caso della riabilitazione del pavimento pelvico.

In base alla lesione e alle singole esigenze del paziente, il fisioterapista sceglie le tecniche più indicate alla riabilitazione, che spaziano da quelle manuali a quelle fisiche. Qualsiasi approccio è, comunque, eseguito con la partecipazione attiva del paziente: in questo modo è possibile educarlo, così che possa ripetere movimenti ed esercizi anche in autonomia.

In alcuni casi, il fisioterapista può ricorrere al supporto di alcuni macchinari, come laserterapia, tecarterapia, ultrasuoni, magnetoterapia e altri strumenti che possono rivelarsi utili ai bisogni del paziente.

Questa figura professionale è molto ricercata in ambito sportivo perché è in grado di gestire traumi e infortuni, così come in ambito geriatrico e neurologico che, spesso, vede pazienti allettati o con gravi patologie motorie; in alcuni casi, infatti, il fisioterapista svolge terapie a domicilio, anche per mantenere un rapporto costante con il paziente e creare un legame che vada al di là di quello prettamente professionale.

Come si diventa fisioterapista?

Per diventare fisioterapista bisogna conseguire la laurea triennale, seguendo percorsi erogati solo ed esclusivamente da strutture universitarie (quindi riconosciute dal Miur). In Italia, il fisioterapista è una figura professionale totalmente riconosciuta.

Quando rivolgersi al fisioterapista?

Il fisioterapista si occupa di tanti aspetti ed è possibile consultarlo in diverse occasioni; in particolare, è consigliato richiedere un suo parere in caso di:

  • postumi di frattura;
  • postumi di operazione di ricostruzione chirurgica di un legamento o di un tendine;
  • postumi di distorsione o lussazione articolare;
  • dolore presente durante il movimento o in base all’intensità dello sforzo.

Come si svolge una seduta di fisioterapia?

Il fisioterapista parte sempre da un’anamnesi del paziente, in modo da capire le sue abitudini, se ha subìto traumi in passato e annotare la sua sintomatologia. Successivamente, esegue un primo controllo fisico, analizzando la parte interessata, cercando di risalire all’origine del problema.

In base a quanto rilevato, ricerca le tecniche migliori per condurre il paziente attraverso un percorso di riabilitazione valido, che possa aiutarlo a recuperare il più possibile. Per ottenere degli ottimi risultati, è indispensabile la collaborazione del paziente, dato che buona parte dei metodi fisioterapici sono di tipo attivo e puntano alla comprensione, all’educazione e alla simulazione.

Il fisioterapista non può prescrivere farmaci, né indagini diagnostiche; può semplicemente attenersi, nel caso in cui lo ritenga opportuno, consigliare il paziente di rivolgersi al medico curante o a un altro specialista, così da approfondire la questione ed eseguire eventuali altri esami.

Osteopata: chi è e di cosa si occupa

L’osteopatia è un sistema di assistenza alla salute che si basa sul contatto manuale volto alla valutazione e al trattamento del paziente. Nello specifico, è un sistema di Prevenzione Sanitaria, pienamente riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

In Italia l’osteopatia è istituita come professione sanitaria e, attualmente, sono ancora in via di definizione sia l’ordinamento didattico della formazione universitaria (esistono solo scuole di osteopatia private, al momento), sia eventuali percorsi formativi integrativi per coloro che abbiano conseguito titoli extrauniversitari.

La disciplina consiste in una terapia manuale, complementare alla medicina tradizionale, che si concentra principalmente sulla salute della persona e non sulla patologia; il suo approccio, quindi, è causale e non sintomatico, e va alla ricerca delle alterazioni funzionali del corpo che conducono alla manifestazioni di segni e sintomi che, alla lunga, possono trasformarsi in dolori di varia natura.

Gli unici strumenti di lavoro dell’osteopata sono le sue stesse mani, con le quali esegue tecniche e approcci differenti in base alle esigenze e alla storia clinica del singolo paziente. Il trattamento applicato coinvolge il sistema miofasciale, l’apparato viscerale e l’intera sfera cranica.

Come si diventa osteopata?

Per diventare osteopata bisogna conseguire il D.O., cioè il Diploma di Osteopata o, meglio ancora, un titolo accademico e professionalizzante. Dopo il diploma, è previsto un corso di studio full time della durata di 5 anni.

Coloro che hanno conseguito la laurea in Scienze Motorie, Farmacia o Biologia possono, invece, iscriversi direttamente al corso full time di 5 anni con esoneri.

Come accennato, al momento i corsi di osteopatia sono forniti da centri di formazione privati; chi volesse conseguire una vera e propria laurea in Osteopatia deve necessariamente rivolgersi a scuole che collaborano con università estere in Paesi che hanno già regolamentato questo percorso di studi.

Detto questo, appare chiaro come la figura dell’osteopata esista ma non è stata ancora emanata una norma di riferimento; non è riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale Italiano (SSN), ma si attendono decreti attuativi. In altri Paesi europei, così come in Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Malta, Svizzera, Finlandia, Islanda, Australia, Nuova Zelanda la figura dell’osteopata è, invece, già stata ufficialmente riconosciuta.

Quando rivolgersi all’osteopata?

L’osteopatia, come già detto, punta sullo stato di benessere del paziente e non sulla sua patologia; è possibile rivolgersi a un osteopata, quindi, in caso di:

  • dolori durante le attività quotidiane;
  • gravidanza, pre e post;
  • lesioni sportive;
  • infortuni sul lavoro;
  • traumi da sforzo o uso eccessivo;
  • lombalgia;
  • lombosciatalgia;
  • cervicalgia;
  • dorsalgia;
  • cefalea;
  • disturbi gastrointestinali, come reflusso e colite;
  • problemi temporomandibolari, quali blocchi o dolori mandibolari;
  • dolori articolari a piedi, ginocchia, anche, bacino, gomiti, spalle, polsi;
  • disturbi neonatali, quali reflusso e coliche;
  • otiti ricorrenti e recidive;
  • disturbi del sonno;
  • ansia e stress;
  • sinusite;
  • prevenzione e controllo posturale.

Come si svolge una seduta di osteopatia?

Un incontro con l’osteopata non differisce molto da una tipica seduta con un fisioterapista ma, volendo, è possibile suddividerlo in 4 fasi:

  • anamnesi patologica prossima: l’osteopata rileva informazioni utili sullo stato di salute del paziente, sulle sue caratteristiche e sui suoi sintomi;
  • esame obiettivo: si ricercano disfunzioni articolari e tissutali, squilibri nei movimenti e nella postura e tutto ciò che può essere connesso al dolore;
  • trattamento: è il momento in cui il professionista mette in pratica diverse tecniche sulle zone che causano dolore e fastidio al paziente;
  • rivalutazione finale: l’osteopata verifica che il trattamento appena eseguito sia stato efficace sia a livello posturale, sia in ambito funzionale.

Osteopata e fisioterapista: sono due figure complementari?

La risposta è semplice: il lavoro multidisciplinare, che coinvolge più professionisti, ciascuno con competenze diverse, si rivela quasi sempre la carta vincente in qualunque tipologia di trattamento. Fisioterapista e osteopata, insieme, possono dar vita a una squadra in grado di garantire al paziente una riabilitazione completa ed efficace, oltre che tempistiche di guarigione più rapide. Quindi sì, sono due figure complementari e spetta a ciascuno di essi comprendere, in caso, i propri limiti e “passare la palla” al collega al momento opportuno.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma