Infiammazione e rottura del tendine di Achille

Infiammazione e rottura del tendine di Achille

Tra le patologie diffuse prevalentemente tra gli sportivi rientrano quelle a carico del tendine di Achille, una grossa banda di tessuto connettivo fibroso della gamba che collega i muscoli del polpaccio al calcagno, cioè l’osso posteriore del piede.

In particolare, le condizioni che coinvolgono il tendine di Achille sono le tendiniti (infiammazioni del tendine di Achille) e le rotture (lacerazioni del tendine di Achille) parziali o totali. Entrambe comportano una serie di sintomi abbastanza riconoscibili e possono essere trattate sia con rimedi conservativi, sia con terapie farmacologiche e fisioterapiche.

Infiammazione del tendine d’Achille

L’infiammazione del tendine di Achille è un tipico caso di infiammazione provocata, solitamente, da un trauma o da una sofferenza da sovraccarico. In particolare può insorgere quando:

  • si aumentano rapidamente la distanza o la velocità della corsa in fase di allenamento;
  • si corre o si salgono le scale troppo in fretta e a una certa velocità;
  • si praticano sport che richiedono salti e ripartenze improvvise;
  • ci si allena senza prima riscaldarsi adeguatamente;
  • si inizia un programma di allenamento nuovo e/o troppo intenso;
  • i muscoli del polpaccio mostrano scarsa flessibilità;
  • si corre su superfici dure o irregolari;
  • si indossano scarpe inadatte all’attività sportiva;
  • si è affetti da piede piatto, che aumenta lo sforzo da parte del tendine di Achille;
  • si è affetti da malformazioni (anche lievi) a piedi, caviglie o gambe;
  • il tendine ha subìto precedenti lesioni traumatiche.

A queste cause comuni della tendinite di Achille si aggiungono ulteriori fattori di rischio:

  • gli atleti maschi sono più predisposti alla patologia rispetto alle atlete donne;
  • superati i 30 anni di età, il flusso sanguigno verso il piede si riduce e, di conseguenza, diminuiscono l’elasticità e la resistenza;
  • essere in sovrappeso;
  • assumere alcuni antibiotici, come la levofloxacina, aumenta il rischio di lesioni tendinee;
  • soffrire di diabete e altre malattie cardiocircolatorie;
  • compiere errori durante l’allenamento, come modificare troppo rapidamente durata, intensità, distanza e
  • dislivello nella corsa.

Tendine d'Achielle

Quali sono i sintomi dell’infiammazione al tendine di Achille?

In presenza di una tendinite d’Achille il sintomo più ricorrente è senz’altro il dolore, che si manifesta gradualmente e peggiora con il passare del tempo. In particolare:

  • è più intenso al mattino, dopo il risveglio, e diminuisce dopo aver compiuto i primi passi;
  • può associarsi un lieve dolore nella parte posteriore della gamba e sopra il tallone al termine di un’attività fisica;
  • aumenta quando si compiono esercizi più intensi.

Oltre al dolore, possono comparire altri sintomi come:

  • leggero gonfiore in corrispondenza del tendine;
  • scricchiolii quando si muove o si tocca il tendine;
  • senso di debolezza nella parte inferiore della gamba.

Come si cura la tendinite d’Achille?

Solitamente, è abbastanza semplice trattare l’infiammazione del tendine di Achille, ma la guarigione richiede pazienza e costanza, oltre che la supervisione di un medico. Quest’ultimo, in genere, consiglia una terapia che vede la compartecipazione di:

Rimedi conservativi

Definiti anche rimedi pratici, si basano sul protocollo RICE, cioè Rest – Ice – Compression – Elevation:

  • rest (riposo): è fondamentale per consentire ai tessuti di guarire completamente.
  • ice (ghiaccio): bisogna applicarlo per 15-20 minuti sulla parte interessata, in modo da favorire la riduzione sia del gonfiore, sia dell’infiammazione;
  • compression (compressione): bendare la zona dolorante può dare sollievo;
  • elevation (sollevamento): sollevare il piede sopra il livello del cuore durante la notte favorisce il ritorno venoso e linfatico e, quindi, aiuta il drenaggio dei liquidi e la riduzione del gonfiore.

Assunzione di antidolorifici

Contemporaneamente al RICE, il medico potrebbe suggerire l’assunzione di antinfiammatori non steroidei (FANS) come ibuprofene, diclofenac o ketoprofene. Bisogna fare attenzione, però, perché un uso prolungato di questi farmaci può comportare nei casi più estremi:

  • problemi di stomaco;
  • formazione di ulcere;
  • sanguinamento gastrico.

Pertanto è sempre consigliato rivolgersi ad una figura medica per monitorare l’assunzione dei farmaci.

Stretching ed esercizio fisico

Se eseguiti correttamente, lo stretching e l’esercizio fisico possono aiutare il processo di guarigione e prevenire eventuali ricadute. In questo caso è indispensabile la supervisione di un fisioterapista o di un esperto in medicina dello sport che, tra i vari esercizi, potrebbe suggerire:

  • stretching con ginocchia rigide: seduti per terra, con la schiena poggiata al muro, bisogna tenere le ginocchia dritte e i talloni saldi sul pavimento, in modo da allungare la parte superiore dei muscoli del polpaccio;
  • stretching con ginocchia piegate: si piega il piede in avanti e si flettono il ginocchio e la caviglia tenendo il tallone a contatto con il pavimento, così da allungare la parte inferiore dei muscoli del polpaccio;
  • esercizi per i muscoli del polpaccio: si percorre lentamente un tragitto in discesa categoricamente in punta di piedi, utile per rinforzare il tendine di Achille.

Fisioterapia, ortopedia e infiltrazioni

Per trattare al meglio la tendinite di Achille, oltre ai rimedi appena elencati, è possibile ricorrere ad altre terapie aggiuntive:

  • tecniche di manipolazione, esercizi specifici, onde d’urto e tecarterapia eseguiti da un fisioterapista specializzato;
  • dispositivi ortopedici come cunei o plantari che, sollevando leggermente il calcagno, alleviano lo sforzo a carico del tendine;
  • infiltrazioni di corticosteroidi, che diminuiscono l’infiammazione;
  • iniezioni di plasma ad alto contenuto di piastrine (PRP) e prelevato dal paziente stesso.

Chirurgia

Se i trattamenti conservativi non vanno a buon fine, come ultima spiaggia rimane l’intervento chirurgico, indispensabile soprattutto quando l’infiammazione provoca la rottura parziale o totale del tendine. Le tecniche applicate possono essere diverse:

  • intervento a cielo aperto: si pratica un’incisione sopra l’osso del tallone, si cuciono i lembi del tendine rotto e si sutura l’incisione;
  • intervento a cielo chiuso: si utilizzano sistemi di sutura percutanei, con qualche difficoltà nel trovare l’allineamento perfetto tra i due lembi del tendine.

Si può prevenire la tendinite d’Achille?

Non sempre è possibile prevenire l’infiammazione del tendine di Achille, dato che gli infortuni capitano all’improvviso; di contro, però, è possibile modificare il proprio stile di vita per ridurre il rischio:

  • aumentare gradualmente l’intensità dell’attività fisica;
  • riscaldarsi adeguatamente prima di iniziare l’allenamento, soprattutto la corsa;
  • fermarsi se, a un certo punto dell’esercizio, si avverte dolore;
  • alternare sport con intensità di impatto differenti, tipo padel e nuoto;
  • indossare scarpe adeguate all’attività fisica;
  • rinforzare i muscoli del polpaccio, in modo che siano resistenti agli stress dell’allenamento.

Rottura del tendine d’Achille

Come accennato, una grave infiammazione può provocare la rottura (totale o parziale) del tendine di Achille che, nella maggior parte dei casi, è la conseguenza di un trauma. Questa condizione si verifica in media in 1 soggetto su 10mila ogni anno e, in particolare, nei pazienti che praticano i seguenti sport:

  • ginnastica;
  • tennis;
  • podismo;
  • danza;
  • basket;
  • pallavolo.

Tra le cause scatenanti, oltre un’infiammazione mal curata e un trauma, rientrano anche:

  • assunzione di alcuni farmaci, come gli antibiotici e i cortisonici;
  • diabete;
  • colesterolo;
  • sovrappeso;
  • aumento spropositato e improvviso dell’attività fisica;
  • gotta;
  • artrite reumatoide.

Quali sono i sintomi della rottura del tendine di Achille?

La rottura del tendine di Achille comporta un quadro sintomatologico abbastanza corposo, dato che si manifestano:

  • percezione di uno schiocco durante la lacerazione;
  • dolore acuto sia a livello del polpaccio, sia nella parte posteriore della gamba;
  • difficoltà motore;
  • incapacità di camminare;
  • incapacità di alzarsi sulla punta del piede dolorante;
  • ematoma e gonfiore a livello di caviglia e tallone;
  • rigidità della caviglia.

Il dolore è direttamente proporzionale all’estensione della rottura, che può essere parziale o totale; nonostante sia acuto e intenso in fase di rottura, può diminuire nei giorni successivi, il che spinge il paziente a sottovalutare l’accaduto e ad aggravare, anche se involontariamente, la sua condizione.

Come si cura la rottura del tendine di Achille?

A seguito della rottura del tendine di Achille, l’iter terapeutico può variare a seconda di alcuni parametri:

  • età;
  • livello di attività del paziente;
  • grado di rottura.

A prescindere, nella maggior parte dei casi, l’approccio chirurgico è senza alcun dubbio l’opzione migliore, perché permette di rimediare totalmente alla rottura e di ridurre la probabilità di incorrere in recidive.

Gli sportivi e i giovani tendono, di solito, all’intervento chirurgico in presenza di una rottura totale del tendine di Achille: l’operazione avviene in anestesia locale o regionale e prevede l’incisione lungo la parte posteriore della caviglia, lateralmente, in modo che le scarpe non causino attrito sulla superficie in futuro.

A seguito dell’intervento, è indispensabile curare adeguatamente la ferita e svolgere regolari sedute di fisioterapia, così da accelerare i tempi di recupero e guarigione. In media, il paziente può caricare il peso sul piede interessato dopo circa 6 settimane, per poi riprendere la sua normale attività fisica dopo circa 4-6 mesi.

Le persone meno giovani e meno attive, invece, in caso di rottura parziale del tendine di Achille possono valutare il gesso o un tutore, a patto che siano dotati di sostegni che mantengano il tallone sollevato dal suolo. Anche in questo caso, una volta rimossi gesso e tutore, è fondamentale rivolgersi a un fisioterapista, seguire un iter terapeutico adatto, per poi tornare alla normale vita quotidiana nell’arco di 4-6 mesi.

Si può prevenire la rottura del tendine di Achille?

Come già spiegato, all’origine della rottura del tendine di Achille c’è un’infiammazione (una tendinite dell’achilleo) non adeguatamente curata, i cui sintomi tendono a peggiorare con l’attività fisica sfociando in:

  • dolore lungo il muscolo del polpaccio e il tendine;
  • rigidità mattutina;
  • gonfiore localizzato;
  • ispessimento del tendine;
  • formazione di speroni ossei.

In questo caso, è opportuno porre tempestivamente rimedio all’infiammazione, così da prevenire il sovraccarico funzionale. Al contempo, è consigliato:

  • indossare scarpe adeguate all’attività fisica;
  • riscaldarsi adeguatamente prima di ogni allenamento.

Infine, per ridurre ancora di più la probabilità di rottura del tendine di Achille, può rivelarsi utile:

  • compiere esercizi mirati all’allungamento e al rafforzamento dei muscoli del polpaccio e del tendine di Achille;
  • variegare la tipologia di attività sportiva svolta, alternando sport più intensi con sport a impatto più basso;
  • evitare di allenarsi su superfici non idonee, dure o scivolose;
  • aumentare gradualmente l’intensità degli allenamenti;
  • mantenere il giusto peso corporeo;
  • monitorare i livelli di colesterolo nel sangue;
  • seguire una dieta alimentare sana e uno stile di vita equilibrato.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma