tendinite è l’infiammazione di un tendine

Cos’è la tendinite: cause, sintomi e cure

La tendinite è l’infiammazione di un tendine, cioè della struttura che collega i muscoli alle ossa permettendo alle articolazioni di muoversi. Può insorgere in modo acuto o progressivo e, nella maggior parte dei casi, è accompagnata da dolore, tumefazione locale e difficoltà nel muovere l’articolazione coinvolta.

La tendinite può colpire qualsiasi tendine di qualunque articolazione ma, solitamente, quelle maggiormente interessate sono quelle di:

Ogni tipologia di tendinite scaturisce da fattori specifici e, di conseguenza, deve essere trattata tenendo conto della sintomatologia, della gravità e delle esigenze del paziente.

Principali cause della tendinite

Generalmente, la tendinite si manifesta a seguito di eccessive sollecitazioni dei tendini che, se persistenti, possono anche provocare gravi danni e lesioni alle fibre che li compongono e degenerare in infiammazione.

I principali fattori scatenanti sono:

  • stiramenti;
  • traumi;
  • sforzi intensi;
  • contusioni e distorsioni.

Non a caso, numerosi sport che richiedono di compiere movimenti in modo continuativo e con una certa intensità possono provocare una tendinite; è il caso di:

  • nuoto;
  • tennis;
  • pallacanestro;
  • calcio;
  • golf;
  • danza;
  • corsa.

Anche suonare strumenti a corda come la chitarra, oppure il pianoforte e/o la tastiera possono essere fattori scatenanti della tendinite.

Oltre queste cause abbastanza comuni, si possono rilevare ulteriori concause:

  • riprendere troppo velocemente gli allenamenti dopo un lungo periodo di stop;
  • invecchiare;
  • indossare calzature inadeguate, soprattutto quando si corre su terreni sconnessi;
  • assumere una postura errata;
  • non riscaldarsi adeguatamente prima di un esercizio fisico;
  • eccedere con le infiltrazioni locali di corticosteroidi.

Inoltre, la tendinite può scaturire anche per via di fattori congeniti, e quindi già presenti alla nascita, come l’anomala curvatura della colonna vertebrale o l’appoggio difettoso del piede a terra.

Sintomi della tendinite

Come tutte le patologie, anche la tendinite si manifesta attraverso sintomi facilmente riconoscibili, quali:

  1. dolori, gonfiori e tumefazioni;
  2. diminuzione della forza muscolare;
  3. movimenti limitati.

I disturbi, ovviamente, sono localizzati nella parte del corpo dove si trova il tendine danneggiato. Ecco qualche esempio:

  • ginocchia: tendinite rotulea, tendinite del quadricipite, tendinite del popliteo;
  • gomito: gomito del tennista;
  • spalle: tendinite della cuffia dei rotatori, strutture muscolo-tendinee della spalla;
  • caviglie:tendinite di Achille;
  • anca: tendinite del medio gluteo o del muscolo piriforme;
  • mani, braccia e polsi;
  • piedi.

In alcuni casi, le tendiniti possono essere accompagnate da noduli e cisti, soprattutto quando a essere danneggiati sono i tendini del polso.

Come trattare la tendinite

La tendinite va curata e trattata in base alla posizione del tendine infiammato e tenendo conto della sintomatologia. In ogni caso, per qualunque tipologie di tendinite è possibile trovare sollievo con questi rimedi:

  • impacchi di ghiaccio, da applicare 4-5 volte al giorno per 3 giorni e per almeno 15 minuti consecutivi. Importante non posizionare il ghiaccio direttamente a contatto con la pelle;
  • riposo, in modo da non sovraccaricare ulteriormente l’articolazione e le strutture colpite dall’infiammazione;
  • assunzione di analgesici e antinfiammatori, per diminuire immediatamente il dolore.

Una volta terminata la fase acuta, è possibile iniziare un percorso di riabilitazione sotto la supervisione di uno specialista, l’unico in grado di poter scegliere gli esercizi più adeguati da eseguire. Generalmente, quelli consigliati sono:

  • esercizi di allungamento e stretching;
  • massaggi, per rafforzare e allungare tendini e muscoli;
  • fisioterapia, soprattutto TENS, ultrasuoni, ionoforesi, TECAR e laser.

Inoltre, il processo di guarigione può essere favorito indossando tutori o fasce elastiche contenitive, così come plantari e scarpe di sostegno. Queste ultime, nello specifico, se dotate di appositi rialzi nel tallone possono aiutare i pazienti con tendinite inserzionale, dato che spostano il tallone dalla parte posteriore della scarpa evitando lo sfregamento. Inserire, invece, un piccolo plantare nelle calzature può alleviare l’infiammazione del tendine di Achille.

Nel caso in cui questi accorgimenti non dovessero funzionare, si possono valutare altre terapie come le onde d’urto. In extremis, se i tendini dovessero rompersi o se si dovesse andare incontro a tendiniti persistenti, potrebbe essere necessario l’intervento chirurgico.