Visita radiologia interventistica ecoguidata

La radiologia interventistica è una branca della radiologia che consente di trattare patologie di diversa natura (oncologica, urologica, ginecologica eccetera), attraverso tecniche non invasive che non prevedono incisioni chirurgiche, e vengono solitamente eseguite in anestesia locale.

La visita di radiologia interventistica ecoguidata, nel poliambulatorio FisioOneCare di Parma, consiste in un colloquio con il medico specialista, il cui obiettivo è di ritenere o meno idoneo il paziente a un intervento non invasivo di radiologia interventistica. Per giungere al responso finale, il radiologo esegue una visita durante la quale esamina tutta la documentazione sulla storia clinica del paziente e predispone eventuali accertamenti ecografici.

Se il radiologo ritiene il paziente idoneo alla terapia, gli propone diverse opzioni in merito alle tecniche innovative utilizzate per il trattamento della patologia in esame; al contrario, se il paziente non risulta idoneo, medico specialista consiglia un percorso terapeutico alternativo, confrontandosi con colleghi specializzati in altre discipline mediche.

Quando si esegue la visita di radiologia interventistica ecoguidata?

Dato il suo obiettivo, la visita di radiologia interventistica ecoguidata si esegue per capire se un paziente è idoneo a sottoporsi ad un trattamento non invasivo.

A cosa serve la visita di radiologia interventistica ecoguidata?

Grazie agli interventi ecoguidati, ampiamente utilizzati al giorno d’oggi, è possibile trattare numerose patologie, anche di una certa gravità. Le principali sono:

  • spalla dolorosa: spesso causata da un’ infiammazione cronica dei tendini che costituiscono la cuffia dei rotatori, in particolare il sovraspinato. Si manifesta con forte dolore e impotenza funzionale;
  • borsite: consiste nell’infiammazione delle borse sinoviali, situate in modo da evitare attriti che potrebbero danneggiare diverse strutture anatomiche. Nel corso dell’infiammazione, il paziente avverte molto dolore;
  • calcificazioni tendinee: si tratta di depositi di calcio all’interno della struttura dei tendini. In alcuni casi possono essere asintomatiche, altre volte possono provocare forte dolore;
  • dolore per artrosi all’anca: dopo la lombalgia, il dolore a livello dell’articolazione coxo-femorale è tra le principali cause di disabilità. Alla sua origine possono esserci anche tendinopatie inserzionali da sovraccarico funzionale dei glutei o dei tendini ischiocrurali;
  • dolore al ginocchio: la gonalgia può manifestarsi a qualsiasi età e può essere causata da fattori sia traumatici, sia degenerativi che coinvolgono solitamente menischi, legamenti e cartilagine;
  • artrosi: consiste in un fenomeno degenerativo a carico delle articolazioni composte da capi articolari rivestiti da uno strato di cartilagine e racchiusi da una capsula fibrosa al cui interno è presente liquido sinoviale;
  • versamenti: si presentano quando aumenta il contenuto del liquido sinoviale e/o ematico; questo si verifica in presenza di patologie di natura reumatologica, flogistica, traumatica e degenerativa;
  • cisti di Baker: consiste nella distensione fluida da parte di liquido sinoviale, che può raggiungere grandi dimensioni e ostacolare i movimenti;
  • epicondilite o epitrocleite: si tratta di due processi flogistici e flogistico/degenerativi a carico rispettivamente dei tendini estensori e flessori a livello delle zone inserzionali distali dell’omero. I tendini coinvolti degenerano talmente tanto da rischiare di rompersi;
  • tendinopatia achillea: in alcuni casi il tendine di Achille, nel tempo, tende a subire processi degenerativi che, se non trattati adeguatamente, possono provocare lesioni che causano dolore e possono richiedere l’intervento chirurgico per risolversi completamente;
  • fascite plantare: la fascia plantare nella zona di inserzione calcaneare è sottoposta a una continua forza di trazione che, nel tempo, ne causa l’infiammazione e talvolta, la rottura;
  • sperone calcareo: si verifica quando insieme alla tendinopatia achillea o alla fascite plantare si manifestano anche calcificazioni inserzionali a livello del passaggio tra il tendine e l’apofisi posteriore del calcagno, il che provoca un forte dolore;
  • rizoartrosi: si tratta dell’artrosi a carico dell’articolazione trapezio-metacarpale, ma può coinvolgere anche altre articolazioni di mani e polsi.

Quali trattamenti si possono effettuare con la visita ecoguidata?

L’utilizzo dell’ecografia permette al radiologo di essere guidato passo dopo passo nell’esecuzione di terapie mirate, in particolare:

  • iniezioni: meglio conosciute come infiltrazioni, rappresentano uno strumento terapeutico indispensabile in numerosi casi, dall’artrosi al trattamento del dolore cronico. Solitamente, vengono effettuate iniezioni di corticosteroidi, antinfiammatori e derivati dell’acido ialuronico;
  • viscosupplementazione: ci si riferisce alle iniezioni di acido ialuronico a livello intrarticolare, molto efficaci nel trattamento dell’artrosi;
  • litoclasia della spalla: consiste in una procedura per lo scioglimento delle calcificazioni dell’articolazione in questione, decisamente meno invasiva della chirurgia;
  • trattamenti con P.R.P. (plasma ricco di piastrine): consiste in un derivato del sangue venoso periferico, composto da siero ricco di piastrine. Sono efficaci nel trattamento delle lesioni tendinee degenerative e post-traumatiche, delle lesioni fibrocicatriziali retraenti e delle patologie articolari degenerative;
  • ecografia con mezzo di contrasto: consente di effettuare diagnosi molto accurate, dato che il mezzo di contrasto è altamente attendibile. Questa procedura viene impiegata in numerosi ambiti, quali:
    • oncologico: permette la diagnosi di lesioni primitive, propedeutica alla biopsia;
    • reumatologico: consente di valutare la malattia sia nella fase iniziale, sia nella fase di riacutizzazione;
    • sportivo: aiuta a fare una previsione delle tempistiche necessarie per riprendere le attività.

Quali patologie possono essere trattate con la radiologia interventistica ecoguidata?

Gli interventi che utilizzano la radiologia interventistica ecoguidata sono davvero numerosi; sicuramente è possibile trattare il varicocele maschile, il fibroma uterino femminile e l’ipertrofia prostatica benigna evitando l’intervento chirurgico.

Non solo, perché si può intervenire anche a livello endovascolare nelle malformazioni artero-venose del corpo, per le quali la radiologia interventistica è quasi sempre la prima scelta.

Tra le patologie maligne, invece, rientrano diverse tipologie di tumore epatico e renale; anche i tumori della tiroide possono essere trattati senza ricorrere alla chirurgia.

Come si svolge la visita di radiologia interventistica ecoguidata?

La prima visita di radiologia interventistica ecoguidata si svolge, di solito, 30 giorni prima la procedura, mentre circa 10 giorni prima è possibile che vengano richiesti ulteriori esami radiologici per localizzare con precisione l’area su cui intervenire e scegliere la tecnica più adatta tra quelle disponibili.

In un primo step, quindi, il radiologo valuta se il paziente sia o meno idoneo alla procedura; se il responso è positivo, allora il paziente viene sottoposto ad altri esami diagnostici, come radiografia, ecografia, risonanza magnetica, TC.

Nel caso dell’ecografia, si esegue sulla zona interessata dopo aver applicato uno specifico gel; la tecnica permette di rilevare la presenza di calcificazioni e/o lesioni tramite immagini in diretta. Per ottenere una diagnosi più approfondita, il radiologo può anche eseguire l’artro-ecografia: si introduce nell’articolazione un liquido, che può essere acido ialuronico, acqua fisiologica o anestetico, come mezzo di contrasto.

Come prepararsi alla visita di radiologia interventistica ecoguidata?

La prima visita di radiologia interventistica ecoguidata non richiede alcuna preparazione specifica; il paziente deve semplicemente recarsi in sede al Poliambulatorio FisioOneCare di Parma portando con sé eventuali referti di analisi, test ed esami compiuti in precedenza.

Le visite successive, invece, possono richiedere una preparazione specifica, che varia a seconda dell’esame a cui sottoporsi.