Dolore lombare: cause, sintomi e trattamenti
Chiunque, almeno una volta nella vita, ha avuto a che fare con il dolore lombare, cioè una sensazione dolorosa a carico della parte inferiore della schiena. In termini medici viene definito “lombalgia” e “mal di schiena lombare” e consiste in un sintomo diffuso, fastidioso e talvolta debilitante.
Tra le varianti del comune mal di schiena, il dolore lombare è quella che incide maggiormente sulla popolazione, colpendo soggetti di qualunque età, sesso e ceto sociale.
Cause del dolore lombare
La lombalgia può essere provocata da cause differenti; in molti casi deriva da una contrattura, da un eccessiva tensione, da uno stiramento o da uno strappo, altre volte è causata da condizioni fisiche ben specifiche come:
- discopatia lombare: si tratta della fisiologica degenerazione dei dischi intervertebrali
- fratture vertebrali: di solito sono la conseguenza di cadute accidentali sulla schiena o di microtraumi ripetuti nel tempo a danno della colonna vertebrale, ma in alcuni casi consistono in una complicanza dell’osteoporosi;
- tumori vertebrali: tipici esempi di tumori ossei;
- ernia discale: si tratta della fuoriuscita di nucleo polposo da uno dei due dischi intervertebrali posizionati tra due vertebre contigue;
- sciatalgia: conosciuta anche come sciatica, consiste nell’infiammazione del nervo sciatico a causa della compressione o dell’irritazione delle radici del nervo stesso;
- cruralgia: si tratta dell’infiammazione del nervo crurale, causata dall’irritazione o dalla compressione dello stesso nervo;
- spondilolistesi lombare: si tratta di una malattia della colonna vertebrale che prevede lo scivolamento anomalo di una vertebra lombare su un’altra sottostante;
- spondilosi lombare: consiste in una degenerazione della colonna vertebrale lombare per via di artrosi, usura ossea collegata all’invecchiamento o frattura vertebrale;
- stenosi spinale lombare: si intende il restringimento patologico di una parte del canale vertebrale (o canale spinale), presente nella colonna vertebrale, che ospita il midollo spinale;
- scoliosi o ipercifosi: cioè anomalie della colonna vertebrale;
- infezioni della colonna vertebrale: possono coinvolgere le vertebre, i dischi intervertebrali o entrambi;
calcoli o infezioni renali; - stato di gravidanza;
- malattie dell’apparato genitale femminile: comprendono endometriosi, tumore dell’ovaio, cisti ovariche e fibromi uterini.
Dolore lombare e fattori di rischio
Le principali cause scatenanti della lombalgia, quindi, sono di natura clinica, di importanza più o meno elevata. Oltre questo, però, esistono anche diversi fattori di rischio che possono incidere sulla comparsa del dolore, quali:
- sedentarietà;
- obesità;
- età avanzata;
- eccesso di pratica sportiva;
- ansia e stress;
- postura scorretta;
- sollevamento di oggetti pesanti in modo non idoneo;
- lavoro usurante;
- materasso troppo morbido;
- postumi traumatici.
Tipologie di lombalgia
La lombalgia si distingue in diverse tipologie in base all’intensità e, soprattutto, alla durata del dolore:
- lombalgia acuta: si caratterizza con la comparsa improvvisa di un dolore molto forte, che tende a scomparire solitamente nell’arco di qualche giorno. In questa categoria rientra il cosiddetto “colpo della strega”, cioè una contrattura muscolare a seguito di un movimento brusco o del sollevamento di un peso eccessivo;
- lombalgia subacuta: in questo caso il dolore si protrae per più tempo e tende a scomparire nel giro di 12 settimane;
- lombalgia cronica: il dolore è più sopportabile, ma può essere anche invalidante, dato che permane per oltre 3 mesi.
Sintomi della lombalgia
Il principale sintomo della lombalgia è, quindi, il dolore; quest’ultimo può manifestarsi da solo o accompagnato da altri sintomi, come:
- rigidità locale;
- formicolio o bruciore locale;
- difficoltà di movimento.
In alcuni casi, poi, se c’è una concausa di fattori, allora il dolore lombare rientra all’interno di un quadro sintomatologico più ampio che comprende anche:
- formicolio, dolore e/o senso di debolezza a una coscia, a una gamba e/o a un piede (in presenza soprattutto di ernia discale e sciatalgia);
- zoppia: si verifica quando la causa è cruralgia, ernia del disco o sciatalgia;
- atrofia muscolare agli arti inferiori: in caso di radicolopatia;
- febbre: può essere sintomo di infezione;
- perdita di peso: può verificarsi per la presenza di un tumore.
Il dolore, a sua volta, può essere trafiggente, bruciante o sordo; infine, può anche rivelarsi continuo o alternare fasi intense a fasi di apparente remissione.
Dolore lombare e complicazioni
Sottovalutare un dolore lombare non è mai una scelta consigliata, anzi, perché in base alla causa scatenante si potrebbe incorrere in conseguenze anche abbastanza importanti, quali:
- incapacità di effettuare anche movimenti banali con la schiena;
- depressione e/o malumore.
Di conseguenza, è molto importante contattare immediatamente il medico quando:
- il dolore è forte e debilitante;
- il dolore non diminuisce nonostante il riposo;
- sale la febbre;
- si manifestano zoppia e/o perdita di controllo dello sfintere anale o vescicale;
- si perde peso senza apparente motivo.
Diagnosi della lombalgia
Per poter diagnosticare un dolore lombare e riconoscerne le cause sono, solitamente, sufficienti un esame obiettivo e un’anamnesi scrupolosa da parte del medico. Nel caso in cui non dovessero bastare, potrebbe essere necessario ricorrere a test strumentali della colonna vertebrale come raggi X, risonanza magnetica e TAC.
Esame obiettivo e anamnesi
L’esame obiettivo punta al controllo accurato della schiena: il medico chiede al paziente di indicargli in punto esatto in cui avverte dolore e di descrivere i movimenti che lo accentuano. In corso di anamnesi, invece, il medico pone delle domande per risalire all’evento che ha scatenato la condizione dolorosa, quindi indaga sul passato del paziente.
Test strumentali
Test strumentali come raggi X, risonanza magnetica e TAC alla colonna vertebrale, invece, consentono di compiere un passo in più e di diagnosticare eventuali tumori vertebrali, scoliosi, ipercifosi, ernie discali, spondilite, discite, stenosi spinale e altre patologie della colonna.
Dolore lombare e terapia
Il modo migliore per trattare il dolore lombare consiste nel combinare una terapia causale (che mira, cioè, a contrastare la causa scatenante) con una terapia sintomatica (finalizzata, cioè, ad alleviare i sintomi, a velocizzare la guarigione e a prevenire recidive).
Il dolore lombare comune, conseguente a un infortunio muscolare o dei legamenti, viene trattato con:
- riposo attivo: bisogna evitare tutte quelle attività che incentivano il dolore, quindi ci si riposa mantenendo comunque un certo movimento;
- postura corretta: bisogna mantenerla sia in posizione seduta, sia in piedi;
- applicazione di caldo/freddo: sulla zona interessata, ripetuta 4-5 volte al giorno, allevia il dolore e lo risolve in un paio di giorni;
- assunzione di antinfiammatori: i più comuni sono i FANS e il paracetamolo.
Questi trattamenti d’urto possono essere più o meno efficaci; se il dolore persiste, è opportuno prendere in considerazione anche:
- sedute di fisioterapia: lo specialista eseguirà delle pratiche decontratturanti sulle zone interessate, coordinando anche l’esecuzione di esercizi di allungamento e aerobici per rinforzare i muscoli e favorire la guarigione;
- rieducazione posturale: se la causa del dolore è l’assunzione di una postura scorretta, allora è il caso di praticare ginnastica posturale sotto la supervisione di un fisiatra o di un fisioterapista, che può aiutare il paziente ad apprendere i movimenti e le accortezze quotidiani;
- terapie fisiche alternative: tecarterapia, agopuntura, laserterapia, infrarossi, massoterapia e/o applicazione di bande adesive elastiche sono tutte utili per ridurre la tensione dei muscoli della schiena.
Anche in questo caso, se il dolore continua a essere abbastanza invalidante, si può ricorrere alla terapia farmacologica a base di corticosteroidi, anestetici locali o analgesici oppioidi.
Nei casi più gravi, quindi in presenza di ernia del disco, spondilolistesi o stenosi spinale, che non rispondono alle terapie e danno dolore persistente, è consigliabile consultare il neurochirurgo per considerare l’ipotesi di un intervento chirurgico, seguito ovviamente da un’opportuna riabilitazione.
Categoria Articolo: Fisioterapia Parma