Sindrome del tunnel carpale: cause, sintomi e trattamenti

Sindrome del tunnel carpale: cos’è, sintomatologia e trattamento

Negli ultimi anni, per via dei profondi cambiamenti delle abitudini quotidiane della popolazione, tantissime persone hanno iniziato a soffrire della sindrome del tunnel carpale, caratterizzata da un fastidioso dolore al polso e/o alla mano.

In cosa consiste il tunnel carpale? Si tratta, appunto, di un tunnel posizionato sul carpo, cioè sul polso, e consente il passaggio protetto su un’articolazione molto mobile. Le sue pareti e il suo pavimento sono formati dalle ossa del carpo, il suo tetto da un legamento. Al suo interno passano:

  • i tendini che vanno dal braccio alle dita, consentendo loro di flettersi;
  • le arterie e le vene che trasportano il sangue ai muscoli della mano;
  • il nervo mediano, che comanda una parte dei muscoli della mano e governa la sensibilità di una parte del palmo.

Che cos’è la sindrome del tunnel carpale?

La sindrome del tunnel carpale, che coinvolge la struttura appena citata, rientra tra le patologie causate da una compressione nervosa, in questo caso a carico del nervo mediano. Questo serve a far capire che la sindrome non riguarda il tunnel carpale, ma ciò che ci passa dentro.

Quando si parla di sindrome da compressione vuol dire che si crea un problema di spazio e le occasioni in cui questo può manifestarsi sono due:

  • il passaggio è troppo stretto per il suo contenuto: può accadere a causa di una crescita anomala dei muri, per via di una pressione esterna sul legamento o per un problema geometrico (posizionando il polso in determinati modi il passaggio si riduce);
  • il contenuto è troppo ingombrante per il passaggio: accade in presenza di un’infiammazione, il cui sintomo principale è proprio il gonfiore. Nel caso del tunnel carpale, questo gonfiore avviene all’interno e schiaccia tutto quello che incontra.

Quali sono le cause della sindrome del tunnel carpale?

Come appena spiegato, la sindrome del tunnel carpale scaturisce da una compressione del tratto di nervo mediano che transita attraverso il tunnel carpale. Questa compressione può essere causata da:

  • un restringimento del tunnel carpale, appunto, che riduce lo spazio a disposizione di ciò che deve passarvi attraverso;
  • un ispessimento della guaina sinoviale che ricopre i tendini dei muscoli flessori che transitano attraverso il tunnel carpale.

Quando il nervo mediano viene compresso, in automatico si irrita e si infiamma causando dolore e alterazioni delle sue funzioni e, di conseguenza, formicolio e senso di intorpidimento a mano e polso.

Sindrome del tunnel carpale e fattori di rischio

Oltre alle cause elencate, diversi studi clinici dimostrano che la manifestazione della sindrome del tunnel carpale può derivare da una concomitanza di più fattori di rischio, quali:

  • predisposizione anatomica: i soggetti che hanno un tunnel carpale molto stretto sono più esposti a sviluppare l’omonima sindrome;
  • sesso: secondo i dati rilevati nel mondo, le donne sarebbero più suscettibili alla sindrome del tunnel carpale;
  • storia familiare: le ricerche dimostrano che ci sia una certa familiarità nella sindrome del tunnel carpale e che più persone appartenenti alla stessa famiglia ne soffrano;
  • altre patologie in corso: alcune malattie come diabete, artrite reumatoide, gotta, obesità, ritenzione idrica cronica, insufficienza renale e ipotiroidismo favoriscono la comparsa della sindrome;
  • gravidanza: considerando che le donne in gravidanza soffrono molto spesso di ritenzione idrica, sono maggiormente esposte alla sindrome del tunnel carpale;
  • traumi e infortuni: incidenti a carico del polso modificano anatomicamente il tunnel carpale e, di conseguenza, anche lo spazio attraverso cui transitano i tendini flessori e il nervo mediano;
  • alcune attività manuali: non esistono prove scientifiche, ma sembrerebbe che la ripetizione continua di certi movimenti con mano e polso comporterebbe dei microtraumi al tunnel carpale, che sfocerebbero poi in un
  • restringimento interno; le attività principalmente imputabili sarebbero suonare uno strumento musicale, usare strumenti di lavoro vibranti e usare il pc per molte ore al giorno.

Quali sono i sintomi della sindrome del tunnel carpale?

La sindrome del tunnel carpale, una volta in atto, causa non pochi sintomi al soggetto colpito; i principali sono:

  • formicolio;
  • intorpidimento;
  • bruciore e/o dolore alle dita della mano.

Questi sintomi compaiono, di solito, in modo graduale e tendono a peggiorare nei seguenti casi:

  • durante la notte, forse per via di flessioni involontarie del polso;
  • nello svolgimento di alcune attività che portano al piegamento ripetuto e prolungato del polso (come guidare o leggere un libro).

In alcuni casi, i sintomi principali possono essere accompagnati da una sintomatologia secondaria caratterizzata da:

  • dolore sordo all’avambraccio e al braccio, a volte accompagnato da formicolio;
  • difficoltà nel piegare il pollice;
  • difficoltà nell’impugnare gli oggetti;
  • difficoltà nell’eseguire alcuni movimenti;
  • senso di debolezza a livello della mano;
  • ipoestesia alle dita della mano, cioè una riduzione della sensibilità tattile/cutanea;
  • pelle secca;
  • pelle gonfia;
  • alterazione del colore della pelle di mano e polso.

Come avviene la diagnosi della sindrome del tunnel carpale?

Diagnosticare la presenza della sindrome del tunnel carpale è, tendenzialmente, abbastanza semplice: nella maggior parte dei casi, sono sufficienti le informazioni che si possono rilevare da un esame obiettivo accurato e da una meticolosa anamnesi del paziente.

In alcuni casi, però, il medico preferisce approfondire le indagini avvalendosi di ulteriori esami e test più specifici, come lo studio della conduzione nervosa, l’elettromiografia, i raggi X e gli esami del sangue.

Esame obiettivo

Durante l’esame obiettivo, il medico analizza il polso e la mano del paziente; successivamente, gli chiede di descrivere dettagliatamente i sintomi avvertiti, quali siano le dita indolenzite e di compiere alcuni movimenti per valutare le funzionalità della mano.

Anamnesi

L’anamnesi, che prevede un’indagine sulla storia clinica del paziente, approfondisce in merito a:

  • traumi, patologie e fratture del passato;
  • stato di salute attuale;
  • interventi chirurgici subìti;
  • attività lavorativa svolta;
  • attività svolte nel tempo libero.

Le informazioni rilevate consentono al medico di individuare i fattori che possono aver favorito la comparsa della sindrome del tunnel carpale.

Studio della conduzione nervosa (o elettroneurografia)

Lo studio della conduzione nervosa, detto anche elettroneurografia, consiste in un esame diagnostico che permette di rilevare la velocità della trasmissione dei segnali nervosi. La procedura prevede l’utilizzo di due elettrodi che, posizionati uno sulla mano e uno sul braccio, stimolano il nervo mediano affinché diffonda un segnale nervoso.

Se questo segnale appare rallentato quando attraversa il tunnel carpale, allora è altamente probabile che ci sia una compressione nervosa.

Elettromiografia

L’elettromiografia è un esame che consente di misurare l’attività elettrica naturale dei muscoli. Consiste nell’inserire nella zona interessata alcuni elettrodi, in modo da escludere la presenza di un danno muscolare.

Raggi X

L’esecuzione dei raggi X è richiesta nel momento in cui si sospetta una frattura dell’articolazione o la presenza di un disturbo articolare degenerativo come l’artrite reumatoide.

Esami del sangue

Gli esami del sangue vengono richiesti nel momento in cui si sospetti che a causare la sindrome del tunnel carpale ci sia una forma non diagnosticata di diabete, ipotiroidismo, gotta o artrite reumatoide.

Come trattare la sindrome del tunnel carpale

La cura e il trattamento della sindrome del tunnel carpale variano di caso in caso, a seconda della gravità e della durata dei sintomi: quando la sintomatologia è lieve e sopportabile si opta per un approccio conservativo; se, invece, i sintomi sono intensi e continui (da oltre 6-10 mesi) allora si procede per via chirurgica.

Intervenendo tempestivamente con una terapia conservativa è possibile evitare l’intervento chirurgico e ottenere una totale guarigione anche in tempi piuttosto ridotti.

Trattamento conservativo

L’approccio di tipo conservativo è indicato nei casi in cui i sintomi della sindrome del tunnel carpale sono lievi e sopportabili. Le tecniche adottate in tal senso sono:

  • utilizzo di un tutore da polso: bisogna indossarlo soprattutto durante la notte, in modo da evitare che il polso assuma involontariamente quelle posizioni che acuiscono dolore, formicolio e intorpidimento;
  • riposo dell’articolazione del polso: è consigliato evitare di svolgere tutte quelle attività che provocano dolore, soprattutto all’inizio della terapia;
  • applicazione di ghiaccio sul polso: il ghiaccio ha un effetto antinfiammatorio immediato e dovrebbe essere applicato sul polso 4-5 volte al giorno per almeno 15-20 minuti;
  • fisioterapia: l’esercizio terapeutico a base di stretching e mobilità del polso è fondamentale per alleviare la tensione a carico dei tendini che passano per il tunnel carpale; questo permette anche di decomprimere il nervo mediano;
  • magnetoterapia: questa terapia è consigliata per alleviare il dolore e sfiammare la zona interessata in modo veloce, sicuro e non invasivo;
  • assunzione di FANS: i farmaci antinfiammatori non steroidei sono indicati per ridurre dolore e infiammazione;
  • iniezioni locali di corticosteroide: si tratta di un potente antinfiammatorio che, iniettato direttamente nella zona interessata, riduce notevolmente il dolore.

Intervento chirurgico

Il trattamento chirurgico è indicato nei casi in cui la sintomatologia della sindrome del tunnel carpale è particolarmente intensa, insopportabile, invalidante e presente da oltre 6-10 mesi.

L’intervento è di tipo ambulatoriale e consiste nella decompressione del nervo mediano in sofferenza attraverso l’allargamento del tunnel carpale. La procedura può avvenire in due modi:

  • a cielo aperto: si pratica un’incisione di diversi centimetri a livello del polso;
  • artroscopia: si praticano delle piccole incisioni attraverso le quali inserire una telecamera e gli strumenti chirurgici necessari alla decompressione.

Dopo l’operazione, il paziente deve tenere il polso bendato per qualche giorno e, successivamente, può indossare un tutore protettivo e iniziare con la riabilitazione sotto la supervisione di un fisioterapista. Quest’ultimo passaggio è fondamentale per recuperare pienamente le funzionalità del polso.

Si può prevenire la sindrome del tunnel carpale?

Considerando che alla base dell’insorgenza della sindrome del tunnel carpale potrebbero esserci alcune abitudini giornaliere, è possibile prevenirne la comparsa in questo modo:

  • riducendo la forza applicata nell’eseguire alcune operazioni;
  • facendo pause frequenti, soprattutto durante i lavori manuali;
  • migliorando la postura, in modo da non sovraccaricare polsi e mani;
  • mantenendo al caldo il polso indolenzito, indossando appositi guanti;
  • facendo attenzione alla posizione del polso, per esempio utilizzando un apposito tappetino per mouse ergonomico se si lavora al pc per molte ore.

Categoria Articolo: Polso