Iniezioni articolari
- Tipologie di iniezioni articolari
- Terapia con fattori di crescita
- Quando si eseguono le iniezioni articolari?
- Dove si eseguono le iniezioni articolari?
- Come bisogna prepararsi a un’iniezione articolare?
- Quali sono i tempi di recupero?
- Vantaggi, controindicazioni ed effetti collaterali delle iniezioni articolari
- Iniezione articolare e guida ecografica
Le iniezioni articolari, conosciute anche come infiltrazioni articolari, vengono utilizzate in ambito ortopedico per iniettare all’interno di un’articolazione una sostanza a base di acido ialuronico o di cortisonici o fattori di crescita. Si tratta di una tecnica che apporta numerosi benefici al paziente; pertanto, viene ampiamente utilizzata sempre più da fisiatri, reumatologi, ortopedici e medici di base.
Lo scopo delle iniezioni articolari è di rallentare o impedire i processi degenerativi che portano alla necessità di sottoporsi ad un intervento chirurgico di protesi.
Un altro obbiettivo fondamentale dell’iniziezione articolare è quello di ridurre o di alleviare il dolore causato da infiammazioni articolari croniche o momentanee.
Prima di valutare la possibilità di effettuare un’infiltrazione articolare, è sempre opportuno che il paziente si sottoponga a una visita accurata, come nel nostro Poliambulatorio FisioOneCare a Parma
Tipologie di iniezioni articolari
Con le iniezioni (o infiltrazioni) articolari possono essere iniettate nell’articolazione diverse sostanze, il nostro medico radiologo utilizzano solitamente farmaci a base di acido ialuronico e/o antinfiammatori steroidei.
Questo perché la natura e l’effetto delle due molecole sono differenti: l’acido ialuronico è una sostanza viscosa che si va a sommare al liquido sinoviale della cavità articolare, ha un effetto a rilascio prolungato e più persistente sul dolore; mentre il cortisonico è un antinfiammatorio e un antidolorifico, è in grado di ridurre il dolore con effetto immediato nella maggior parte dei casi. Tuttavia, il cortisone garantisce una copertura più breve.
Iniezioni a base di cortisonici
I cortisonici che vengono iniettati tramite infiltrazioni articolari possono essere di due tipi: solubili e insolubili in acqua. Più la sostanza è solubile e più velocemente si dissolverà all’interno dell’articolazione interessata, agendo in modo più rapido e veloce; più la sostanza è insolubile e più sarà il tempo impiegato per dissolversi ma, in compenso, il suo effetto durerà più a lungo nel tempo.
Iniezioni a base di acido ialuronico
Quando le iniezioni articolari sono a base di acido ialuronico si agisce sull’ecosistema endoarticolare attraverso due meccanismi di azione: la viscosupplementazione, cioè un’integrazione del liquido sinoviale che, con l’invecchiamento, tende a diminuire e a perdere la sua azione lubrificante, e la viscoinduzione, cioè la creazione di un ambiente sinoviale in grado di aiutare i tessuti sani della cartilagine a mantenere l’omeostasi stimolando la produzione naturale di nuovo liquido.
Con quale frequenza si eseguono le iniezioni articolari?
La cadenza della somministrazione delle iniezioni (o infiltrazioni) articolari dipende dalla sostanza iniettata, dato che esistono molecole sia di acido ialuronico, sia di cortisonici con potenza diversa. La decisione finale spetta al medico di riferimento, che tiene conto non solo della sostanza impiegata, ma anche dei miglioramenti del paziente e di eventuali effetti collaterali.
Terapia con fattori di crescita
Parallelamente alle iniezioni di acido ialuronico e cortisonici, si è sviluppata nel tempo un’ulteriore tecnica, che prende il nome di terapia con fattori di crescita. Quest’ultima viene presa in considerazione soprattutto quando le altre due sostanze non si sono rivelate efficaci.
In pratica, si effettua in primis un semplice prelievo di sangue dal braccio; l’ematologo, successivamente, esegue una centrifugazione del sangue prelevato per isolare alcune proteine (platelet rich plasma – PRP) che hanno la capacità di stimolare e facilitare la rigenerazione dei tessuti.
Il PRP, cioè il plasma ricco di piastrine o gel piastrinico, è un prodotto che si ottiene dal sangue ed è caratterizzato da una forte concentrazione di fattori di crescita; ecco perché viene ampiamente utilizzato per diversi scopi terapeutici e in numerosi ambiti medici, che spaziano dalla chirurgia plastica all’ortopedia.
Un’altra terapia valida soprattutto per il trattamento dell’artrosi è a base di iniezioni di cellule mesenchimali: queste ultime consistono in cellule immature e indifferenziate prelevate dal grasso dello stesso paziente, accuratamente trattate e poi iniettate nell’articolazione affetta da artrosi.
Le cellule mesenchimali si rivelano efficaci grazie alla loro azione antidegenerativa, antinfiammatoria e capace, pare, di stimolare la produzione di cartilagine; a lungo termine, impediscono che l’artrosi progredisca al punto da richiedere l’installazione di una protesi.
Quando si eseguono le iniezioni articolari?
Le iniezioni, o infiltrazioni, articolari si eseguono con l’obiettivo di dare sollievo dai dolori articolari a carico non solo delle articolazioni, ma anche dei tendini e dei muscoli coinvolti. Si possono somministrare nelle cavità articolari di spalla, anca, ginocchia, polsi, gomiti e altre articolazioni così come nei tessuti circostanti, quali tendini e legamenti.
In generale, le iniezioni articolari possono essere impiegate per il trattamento di:
- malattie articolari degenerative, che scaturiscono dall’artrosi o dall’usura della cartilagine;
- malattie articolari infiammatorie, che sono causate dalla compromissione del liquido sinoviale.
Con le iniezioni articolari si può intervenire, quindi, in presenza di patologie come l’artrite e di disturbi come la borsite, l’epicondilite o la tendinite. Al contempo, si possono trattare anche il tunnel carpale, il dito a scatto e la spalla congelata.
Dove si eseguono le iniezioni articolari?
Come già accennato, sono diverse le articolazioni del corpo che possono ricevere la somministrazione di sostanze tramite iniezione o infiltrazione. Le principali sono:
- spalla: le iniezioni sono particolarmente indicate in presenza di capsuliti, cioè infiammazioni dolorose che inibiscono i movimenti dell’articolazione. Di solito basta una sola iniezione per risolvere il problema, ma se ne possono eseguire anche 4-5 senza arrecare danno alla spalla. Dopo la somministrazione, il paziente potrebbe avvertire dolore, al quale è possibile porre rimedio applicando del ghiaccio sulla la zona interessata;
- anca: in caso di artrosi non avanzata o inoperabile, si possono effettuare iniezioni di cortisone associato ad anestetico, spesso eseguite sotto controllo ecoguidato, in modo da migliorare i sintomi, alleviare il dolore e favorire sia il movimento, sia il riposo;
- ginocchio: quando si ha a che fare con artrosi, lesione meniscale o gonfiore, bisogna aspirare il liquido presente prima di eseguire l’iniezione. Nel caso del ginocchio è consigliato non superare le 3 infiltrazioni, perché in questa zona la sostanza iniettata viene assorbita di meno e potrebbe depositarsi sotto forma di cristalli, peggiorando i sintomi.
Come bisogna prepararsi a un’iniezione articolare?
Le iniezioni (o infiltrazioni) articolari non richiedono alcuna preparazione specifica. Generalmente, il medico conosce bene la storia clinica del paziente, inclusi eventuali farmaci assunti e quelli ai quali è allergico.
Quali sono i tempi di recupero?
Dopo la somministrazione dell’iniezione articolare, il paziente dovrebbe tenere a riposo l’articolazione interessata almeno per un giorno. Di norma, il medico prescrive anche degli analgesici e consiglia l’applicazione di ghiaccio nelle ore successive il trattamento.
Nel caso in cui dovessero insorgere dolori improvvisi, la pelle dovesse cambiare colore o si manifestasse la febbre, è necessario recarsi immediatamente dal medico o in pronto soccorso.
Vantaggi, controindicazioni ed effetti collaterali delle iniezioni articolari
Eseguire iniezioni (o infiltrazioni) articolari comporta un gran numero di vantaggi per il paziente, primo tra tutti la possibilità di ritardare o evitare del tutto l’impianto di una protesi. Ma non solo, perché consente di:
- ridurre l’assunzione di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei);
- selezionare la zona di azione, evitando un ingente impatto sistemico;
- alleviare il dolore della zona trattata.
In merito alle controindicazioni, anche se riguardano una percentuale molto bassa dei pazienti che si sottopongono alla terapia, queste sono più frequenti in caso di iniezioni a base di cortisonici, e sono:
- ipersensibilità o allergia alla sostanza da iniettare;
- infezioni e lesioni cutanee;
- fratture articolari;
- traumi recenti;
- emartro, cioè versamento di sangue nell’articolazione;
- infezioni sistemiche;
- immunodeficienze;
- terapia immunosoppressiva;
- gravidanza e allattamento.
Altre controindicazioni sono da valutare con le seguenti patologie:
- glaucoma;
- protesi articolari;
- infezione sistemica;
- diabete;
- coagulopatie e terapie anticoagulanti.
Le iniezioni articolari presentano, come tutte le terapie farmacologiche, alcuni possibili effetti collaterali; il primo e il più diffuso è l’aumento del dolore nelle ore immediatamente successive il trattamento. Il paziente, in questi casi, non deve allarmarsi: la sintomatologia rientra spontaneamente nell’arco di qualche giorno per lasciare posto a un netto miglioramento.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’effetto litico del cortisone: il riposo raccomandato nei giorni seguenti l’iniezione è fondamentale per prevenire infortuni secondari. Infine, possono manifestarsi anche:
- crisi vagale;
- shock anafilattico;
- versamento;
- infezione.
Iniezione articolare e guida ecografica
Per garantire l’efficacia dell’iniezione articolare, il medico può avvalersi (e si avvale sempre più) della guida ecografica: con la modalità eco-assistita, dopo aver individuato il tessuto da trattare, si aiuta con l’ecografo per controllare la deformazione dei tessuti provocata dall’iniezione; con la procedura eco-guidata, invece, la sonda ecografica è munita di un ago guida che, comparendo sul monitor come una linea di tratteggio, indica il percorso da seguire per effettuare la terapia.
Appare chiaro come il supporto di una guida ecografica possa indirizzare il medico con più precisione, facilitando il lavoro e permettendogli di ottenere un risultato più preciso ed efficace.