le tipologie di fratture del bacino, le cause scatenanti, i sintomi correlati e i migliori trattamenti per una guarigione completa e duratura

Fratture del bacino: cause, sintomi e trattamenti

Con fratture del bacino si intende un insieme di infortuni che comportano la rottura di una o più ossa del bacino. Di conseguenza, avere a che fare con una frattura del bacino equivale ad avere una lesione ossea a livello del coccige, dell’osso sacro e/o di una delle due ossa iliache.

Le fratture del bacino non sono tutte uguali e possono avere cause anche molto diverse tra loro. É indispensabile, pertanto, ottenere una diagnosi tanto tempestiva quanto precisa, in modo da adottare il trattamento più indicato per una completa guarigione.

Tipologie di fratture del bacino

Le fratture del bacino, come accennato, non sono tutte uguali: in base al numero dei punti di rottura, infatti, i medici le distinguono in fratture stabili e fratture instabili. Le fratture stabili del bacino sono quelle composte o minimamente scomposte, che evidenziano un solo punto di rottura; le fratture instabili del bacino, invece, si contraddistinguono per due o più punti di rottura.

Tra le due, ovviamente, sono le fratture instabili a richiedere maggiore attenzione.

Quali sono le cause delle fratture del bacino?

All’origine delle fratture del bacino risiedono, solitamente, i traumi al bacino derivanti a loro volta da incidenti automobilistici, cadute accidentali o impatti violenti in occasione di sport che richiedono il contatto fisico. Più è violento il trauma al bacino e maggiori sono i danni a carico delle ossa.

Un’altra causa, anche se meno comune, delle fratture al bacino è l’indebolimento osseo provocato dall’osteoporosi. Quest’ultima consiste in una condizione caratteristica dell’età avanzata, quindi le fratture del bacino da osteoporosi sono tipiche dei pazienti anziani. Nello specifico, l’osteoporosi può causare la rottura di un osso del bacino anche quando si svolgono semplici azioni quotidiane, come scendere le scale o uscire dalla vasca da bagno.

Alcune fratture del bacino, infine, possono essere causate da una contrazione muscolare brusca e/o violenta; in questo caso si parla di fratture da avulsione dell’ischio, tipiche di chi pratica sport come calcio, football e arti marziali che espongono a problemi di natura muscolare.

Quali sono i sintomi delle fratture del bacino?

In presenza di una frattura del bacino il sintomo caratteristico è il dolore localizzato a livello dell’osso coinvolto. Il dolore, poi, può essere accompagnato da zoppia, gonfiore e presenza di un livido di medie dimensioni.

Come si diagnosticano le fratture del bacino?

Il processo diagnostico necessario per individuare le fratture del bacino prevede un’anamnesi iniziale, seguita da un esame obiettivo e da una serie di test di diagnostica per immagini. In particolare, si rivelano particolarmente utili i raggi X, la TAC e la risonanza magnetica nucleare (RMN).

In base ai risultati ottenuti e al tipo di frattura del bacino, il medico può decidere a quale trattamento sottoporre il paziente per alleviare il dolore e risolvere la condizione nel più breve tempo possibile con i migliori risultati.

Come si curano le fratture del bacino?

Il trattamento delle fratture del bacino cambia in base alla tipologia di frattura: se si ha a che fare con una frattura stabile, per ottenere una saldatura ossea corretta e definitiva può bastare la terapia conservativa; in presenza di una frattura instabile, invece, è quasi sempre necessario ricorrere alla chirurgia per ottenere una saldatura duratura ed efficace.

Per quanto riguarda il trattamento conservativo, generalmente, sono previsti:

  • ausili alla deambulazione, come stampelle e sedie a rotelle, che consentono ai pazienti di non caricare eccessivamente l’osso o le ossa del bacino fratturate. Per essere davvero d’aiuto, gli ausili devono essere impiegati fino a quando la frattura non salda del tutto;
  • farmaci antidolorifici e anticoagulanti/fluidificanti del sangue, utili rispettivamente per alleviare il dolore e per prevenire la formazione di coaguli sanguigni a seguito di una prolungata inattività degli arti inferiori.

In merito, invece, al trattamento chirurgico è possibile percorrere diverse strade:

  • fissaggio esterno, che prevede l’applicazione dall’esterno di chiodi e viti in corrispondenza dell’osso fratturato in modo da mantenere vicine le sezioni ossee derivanti dalla frattura e permettere loro di saldarsi correttamente;
  • trazione scheletrica, che comporta l’inserimento di un perno nell’osso fratturato e di una serie di pesi all’interno del perno. I pesi, nello specifico, servono a riallineare le sezioni ossee derivanti dalla frattura;
  • riduzione della frattura con fissaggio interno, con la quale il chirurgo pratica un’incisione cutanea per intervenire direttamente sull’osso e ristabilirne l’anatomica originaria, per poi applicare una serie di viti e piastre metalliche per consentirne la saldatura.

La decisione sul tipo di trattamento da mettere in pratica spetta solo al medico specialista.

Riabilitazione delle fratture del bacino

Dopo una qualsiasi frattura del bacino la riabilitazione è di fondamentale importanza. Innanzitutto, è necessario osservare un periodo iniziale di riposo, limitando al massimo il movimento per consentire al callo osseo di formarsi più velocemente e, soprattutto, per far sì che avvenga una corretta calcificazione.

Solo dopo l’autorizzazione dell’ortopedico, poi, il paziente può iniziare il suo ciclo riabilitativo sotto la supervisione di un fisioterapista esperto, con l’obiettivo di drenare la parte colpita e recuperare la mobilità dei tessuti adiacenti la frattura.

Successivamente, riacquistata una certa mobilità, il paziente può iniziare a lavorare su forza e rieducazione sia alla deambulazione, sia alla propriocezione. Infine, si passa all’esecuzione di esercizi specifici per accelerare la guarigione e stabilizzare tutti i risultati ottenuti.

Più nel dettaglio, la riabilitazione fisioterapica delle fratture del bacino comprende:

  • tecniche di terapia manuale, eseguite direttamente dal fisioterapista con l’obiettivo di trattare eventuali disfunzioni del movimento;
  • massoterapia, localizzata alle zone contratte;
  • terapia strumentale, come tecar, ultrasuoni, magnetoterapia e laserterapia ad alta potenza, che puntano alla biostimolazione e alla riduzione del dolore e dell’infiammazione a carico dei tessuti molli. Anche le onde d’urto possono essere utili, soprattutto nel caso in cui la frattura tardi a consolidarsi;
  • esercizi terapeutici, essenziali per accelerare i tempi di guarigione e rendere stabili e duraturi i progressi ottenuti. In particolare, gli esercizi hanno l’obiettivo di recuperare la muscolatura degli arti inferiori e del tronco, in modo che il paziente possa tornare a deambulare come prima della frattura;
  • idrokinesiterapia, una terapia tanto benefica quanto efficace grazie proprio al potere dell’acqua che rende molto più semplice lo svolgimento di alcuni esercizi e facilita il recupero.

La riabilitazione fisioterapica è sempre consigliata a seguito di fratture del bacino, a prescindere dal trattamento prescelto. É molto importante, poi, affidarsi solo a mani esperte che sappiano indicare gli esercizi da compiere e mettere in atto terapie mirate alla guarigione totale e duratura.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma