Metatarsalgia: cause, sintomi e trattamenti del dolore al piede
In ambito medico, con metatarsalgia si intende un disturbo del piede che si manifesta con una sensazione dolorosa in corrispondenza delle ossa metatarsali. La causa principale, solitamente, è determinata da un insieme di fattori che singolarmente non comporterebbero alcun fastidio, né dolore.
La metatarsalgia può colpire chiunque, nonostante diversi studi in merito attestino che siano le donne i soggetti più esposti per via dell’abitudine di indossare i tacchi; lo stesso vale per chi si trova in una condizione di sovrappeso, chi ha gravi deformità ai piedi, chi è affetto da artrite reumatoide o gotta e chi pratica sport come la corsa e la marcia a livello agonistico.
Quali sono le cause della metatarsalgia?
Come accennato inizialmente, all’origine della metatarsalgia difficilmente si trova un’unica causa ma, piuttosto, una concatenazione di più cause anche molto diverse tra loro. I possibili fattori scatenanti possono essere i seguenti:
- attività fisica molto intensa: gli sportivi ad alti livelli sono i soggetti più esposti alla metatarsalgia, soprattutto coloro che praticano podismo, calcio, pallacanestro, tennis e baseball;
- deformità del piede acquisite o congenite: i principali difetti del piede che possono provocare metatarsalgia sono il piede cavo, l’alluce valgo e le dita a martello;
- obesità e sovrappeso: entrambe le condizioni comportano un enorme stress agli arti inferiori, in particolare a ginocchia, piedi e caviglie, esponendo maggiormente al rischio di infortuni e di metatarsalgia;
- alcune calzature: le scarpe con il tacco e gli scarpini richiesti da alcuni sport favoriscono la metatarsalgia;
- fratture da stress: si tratta di fratture ossee provocate da microtraumi ripetuti che, alla lunga, possono far assumere al soggetto colpito una postura e una camminata errate che, di conseguenza, causano (anche) metatarsalgia;
- tendine d’Achille infiammato: la condizione porta chi ne soffre a camminare in modo diverso dal normale per avvertire meno dolore; ciò, però, favorisce l’insorgenza di metatarsalgia;
- neuroma di Morton: consiste in un disturbo molto doloroso a carico dei nervi interdigitali dei piedi;
- malattia di Freiberg: conosciuta anche come osteocondrosi metatarsale, provoca un processo di necrosi del metatarso del piede;
- gotta o artrite reumatoide: sono due malattie infiammatorie delle articolazioni che possono provocare forti dolori a caviglie e avampiede;
- diabete: tra le complicazioni del diabete rientra la degenerazione delle terminazioni nervose, che arrivano al piede.
Quali sono i sintomi della metatarsalgia?
La metatarsalgia si manifesta, in primis, con un dolore a livello dell’avampiede; quest’ultimo può essere acuto, sordo o bruciante e, di solito, tende ad acutizzarsi quando si corre, si cammina a lungo o si rimane per tanto tempo in piedi.
Il dolore all’avampiede tipico della metatarsalgia può essere accompagnato anche da altri sintomi, come:
- sensazione di avere dei sassolini nelle scarpe;
- dolori lancinanti, intorpidimento e/o formicolio alle dita dei piedi.
La metatarsalgia può comparire gradualmente o all’improvviso: è graduale nei casi di artrite reumatoide, deformità dei piedi e sovrappeso/obesità, mentre è improvvisa quando si decide di cambiare drasticamente una qualche abitudine quotidiana (per esempio, passando da una vita sedentaria a un allenamento intenso, o decidendo di indossare scarpe mai calzate prima).
Prima di rivolgersi al medico, il consiglio è di tenere a riposo il piede dolorante per un breve periodo di tempo; in molti casi, infatti, la metatarsalgia tende a risolversi spontaneamente e senza il supporto di farmaci o altre terapie. Se, però, nonostante il riposo il dolore non accenni a diminuire, allora è opportuno rivolgersi a un ortopedico o un fisiatra, come gli specialisti del Poliambulatorio FisioOneCare di Parma.
Come si ottiene la diagnosi di metatarsalgia?
I sintomi della metatarsalgia sono gli stessi di altre patologie dei piedi; pertanto, per ottenere una diagnosi corretta e accurata, è necessario rivolgersi a un medico specialista ed eseguire tutti gli esami del caso.
Dopo un’attenta anamnesi, attraverso la quale il medico riceve informazioni in merito allo stile di vita, ai sintomi, all’attività lavorativa, allo sport praticato e a eventuali terapie in corso da parte del paziente, si passa all’esame obiettivo. In particolare, attraverso la palpazione e l’osservazione della zona dolente, il medico può già ipotizzare una prima diagnosi.
In alcuni casi può usufruire del podoscopio, uno strumento valutativo e diagnostico che permette a podologi, ortopedici, fisiatri e fisioterapisti di analizzare la postura del paziente.
Se dall’esame obiettivo emerge che la causa della metatarsalgia possa essere una condizione patologica, allora il medico può richiedere altri esami diagnostici, come esami del sangue e raggi X.
Come si cura la metatarsalgia?
La metatarsalgia può essere curata in vari modi, anche se tutti i medici tendono a iniziare con un trattamento prettamente conservativo. Se quest’ultimo non dovesse portare ad alcun risultato, allora potrebbe essere il caso di valutare l’intervento chirurgico.
Trattamento conservativo per la metatarsalgia
Il trattamento terapeutico conservativo viene messo in pratica per cercare di curare la metatarsalgia in modo del tutto non invasivo. Nello specifico, comprende:
- riposo: è il rimedio migliore per dare sollievo al piede dolente;
- impacchi di ghiaccio: vanno applicati 4-5 volte al giorno per almeno 20 minuti sulla parte dolente per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione;
- elevazione dell’arto dolente: per diminuire lo stress a carico dell’arto, è suggerito tenerlo sollevato (più o meno al di sopra del livello del cuore);
- assunzione di farmaci antidolorifici e antinfiammatori: se il dolore è insopportabile, allora il paziente può assumere FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), paracetamolo o cortisonici;
- scarpe adeguate: le calzature che si indossano quotidianamente devono essere adeguate, quindi è necessario fare un passaggio con un podologo e trovare il modello più adatto;
- solette antishock: possono essere in gomma, gel o sughero; si inseriscono all’interno delle scarpe e riducono l’impatto del piede con il terreno;
- plantari per il piede cavo: chi è affetto da piede cavo dovrebbe ricorrere a particolari plantari che consentono di normalizzare l’arcata plantare anomala e di garantire ai piedi un appoggio adeguato;
- cura delle patologie predisponenti: se la metatarsalgia è causata da diabete, gotta, artrite reumatoide o sovrappeso/obesità, il paziente deve costantemente monitorare il suo stato di salute e intervenire con le terapie più indicate per non peggiorare la situazione.
Trattamento chirurgico per la metatarsalgia
Quando il paziente non risponde al trattamento conservativo, allora l’unico modo per curare la metatarsalgia consiste nell’operazione chirurgica. Si tratta di una scelta molto rara, perché solitamente gli altri rimedi si rivelano sempre molto efficaci, e si riserva prevalentemente ai casi di deformità dei piedi molto gravi e di neuroma di Morton.
Si può prevenire la metatarsalgia?
Sì, è possibile prevenire la metatarsalgia se si seguono delle sane abitudini e si fa molta attenzione quando si pratica sport. In particolare bisogna:
- indossare scarpe adeguate, anche nella vita quotidiana;
- inserire all’interno delle scarpe delle solette antishock o dei plantari appropriati;
- perdere i chili in eccesso se si soffre di obesità o sovrappeso.
Inoltre, gli sportivi che soffrono (o hanno sofferto) di metatarsalgia dovrebbero portare pazienza e riprendere l’attività solo e soltanto quando il dolore è scomparso totalmente.
Categoria Articolo: Fisioterapia Parma