Ipercifosi: cause, sintomi e trattamenti
- Quali sono le cause dell’ipercifosi?
- Quali sono i sintomi e le complicanze dell’ipercifosi?
- Come si diagnostica l’ipercifosi?
- Come si cura l’ipercifosi?
- Si può prevenire l’ipercifosi?
- Quali sono le cause dell’ipercifosi?
- Quali sono i sintomi e le complicanze dell’ipercifosi?
- Come si diagnostica l’ipercifosi?
- Come si cura l’ipercifosi?
- Si può prevenire l’ipercifosi?
Le deformità e le alterazioni che possono coinvolgere la schiena sono numerose e ciascuna prende il nome dalla zona specifica di riferimento. Nel caso della cifosi, cioè la normale curvatura in avanti della parte alta della colonna vertebrale, quando è troppo accentuata si parla di ipercifosi.
L’ipercifosi consiste, quindi, in una deformità sagittale della colonna vertebrale che conferisce al dorso un aspetto convesso, caratterizzato dalla cosiddetta gobba. La condizione è confermata quando l’angolo della normale curvatura supera i 35°.
L’ipercifosi, al pari di altre deformità della colonna vertebrale, insorge solitamente in età scolare o durante l’adolescenza, ma può manifestarsi anche in età adulta per via dell’invecchiamento o di altri fattori di rischio. La fisioterapia è fondamentale nel trattamento dell’ipercifosi che, se presa in tempo, può migliorare e dare sollievo al paziente dal dolore.
Quali sono le cause dell’ipercifosi?
La cifosi patologica, o ipercifosi, può avere numerose cause anche molto diverse tra loro. Le principali sono:
- cifosi posturale, causata da una postura scorretta;
- cifosi di Scheuermann, cioè anomalie morfologiche a livello delle vertebre;
- cifosi congenita, cioè uno sviluppo anomalo della colonna vertebrale prima della nascita;
- infortuni della colonna vertebrale.
Queste sono le cause principali, ma esistono ulteriori fattori di rischio dell’ipercifosi:
- osteoporosi, che comporta un indebolimento delle ossa, più soggette a fratture;
- spina bifida, una condizione patologica che causa uno sviluppo anomalo della colonna vertebrale;
- neurofibromatosi, una malattia genetica che coinvolge il sistema nervoso;
- spondilosi, una particolare forma di artrite che comporta la deformità di corpi e dischi intervertebrali;
- malattia di Paget, che coincide con l’indebolimento e il rimodellamento delle ossa;
- tubercolosi, un’infezione batterica che colpisce prevalentemente i polmoni;
- distrofia muscolare, una malattia genetica che compromette la salute dei muscoli;
- tumore a carico della colonna vertebrale.
Eseguire una diagnosi corretta è molto importante, soprattutto perché permette di risalire alla causa scatenante dell’ipercifosi e di intervenire in modo mirato e adeguato.
Quali sono i sintomi e le complicanze dell’ipercifosi?
L’ipercifosi può essere sia asintomatica, sia responsabile di un quadro sintomatologico abbastanza caratteristico, che comprende:
- rigidità alla schiena;
- dolore alla schiena;
- affaticamento e indolenzimento, dato che muscoli e legamenti sono sottoposti a una stress maggiore.
Non solo, perché l’ipercifosi, a causa della formazione della gobba, può causare profondo disagio estetico. Di conseguenza, può condizionare (e anche notevolmente) la qualità della vita del paziente, soprattutto se giovane.
Se non trattata adeguatamente e tempestivamente, la concavità anteriore della colonna si accentua e iniziano a sorgere le prime complicanze:
- dolore persistente, che non risponde al trattamento farmacologico;
- difficoltà respiratorie, provocate dalla compressione esercitata dalla colonna vertebrale a carico dei polmoni e delle vie aeree;
- disturbi al sistema nervoso, per via dello schiacciamento esercitato dalla colonna vertebrale sui nervi limitrofi, come intorpidimento, debolezza a braccia o gambe, problemi di equilibrio, perdita del controllo vescicale e intestinale.
Qualsiasi complicanza dell’ipercifosi deve essere attenzionata dal medico e, nella maggior parte dei casi, richiede l’intervento chirurgico.
Come si diagnostica l’ipercifosi?
Per eseguire la diagnosi di ipercifosi bisogna rivolgersi a un fisiatra o un ortopedico che, dopo un’attenta anamnesi e un accurato esame obiettivo, procedono di solito con alcuni test strumentali di accertamento.
L’anamnesi serve per raccogliere il maggior numero di informazioni sul paziente in merito a sintomatologia, storia clinica e stile di vita. L’esame obiettivo, invece, permette al medico di osservare attentamente la colonna vertebrale e, attraverso alcuni movimenti eseguiti dal paziente, di individuare la presenza o meno di ipercifosi.
Fatto questo, si rivelano essenziali alcune indagini strumentali, quali TAC, raggi X e risonanza magnetica nucleare, che forniscono indicazioni utili sulle caratteristiche precise dell’ipercifosi e consentono al medico di individuare il piano terapeutico più adeguato.
Come si cura l’ipercifosi?
Il trattamento dell’ipercifosi cambia in base al grado di accentuazione della curvatura e alla causa scatenante. In particolare:
- per le ipercifosi lievi, non particolarmente preoccupanti, non è necessario alcun trattamento;
- per le ipercifosi di gravità lieve-moderata causate da fattori sui quali è possibile intervenire sono previste l’assunzione di farmaci antidolorifici e l’esecuzione di alcuni esercizi fisioterapici mirati al miglioramento posturale e al rinforzo muscolare;
- per le ipercifosi gravi e dalle cause patologiche è previsto l’intervento chirurgico.
Bisogna sottolineare che la somministrazione di farmaci antidolorifici e lo svolgimento di esercizi di fisioterapia hanno il principale obiettivo di migliorare la postura, rafforzare la muscolatura e alleviare il dolore. In alcuni casi, la fisioterapia è utile per migliorare l’aspetto estetico e, quindi, la curvatura particolarmente accentuata.
L’intervento chirurgico, invece, è preso in considerazione quando la curvatura è particolarmente grave e non è possibile intervenire con trattamenti conservativi. In questo caso, l’operazione permette di correggere le curvature e ridurre il rischio di complicazioni.
Nota come fusione spinale per la cifosi, la tecnica è molto delicata e complessa (tanto da richiedere dalle 4 alle 8 ore per l’esecuzione) e prevede la fusione, appunto, delle vertebre con lo scopo di ristabilire in parte la normale curvatura toracica della colonna vertebrale.
L’intervento si esegue in anestesia generale e richiede un ricovero di circa 1 settimana, oltre che l’utilizzo di un tutore per almeno 9 mesi. Quest’ultimo, tra l’altro, conosciuto anche come “raddrizzaspalle”, è consigliato ai giovani pazienti con una cifosi moderata per evitare proprio un peggioramento della curva.
Si può prevenire l’ipercifosi?
L’unica forma di cifosi per la quale è possibile attuare misure di prevenzione è la cifosi posturale. In tal caso, è consigliato:
- sedersi correttamente;
- evitare di assumere la postura cosiddetta “cadente”, quindi protesa in avanti;
- evitare di riempire eccessivamente lo zaino o la borsa che si usano quotidianamente, sia a scuola, sia a lavoro;
- praticare regolare attività fisica, con l’obiettivo di allungare i muscoli della schiena. Sport come corsa, nuoto, yoga e pilates, insieme a lunghe camminate, sono indicati per prevenire l’ipercifosi posturale e garantire un miglioramento della qualità della vita in generale.
Le deformità e le alterazioni che possono coinvolgere la schiena sono numerose e ciascuna prende il nome dalla zona specifica di riferimento. Nel caso della cifosi, cioè la normale curvatura in avanti della parte alta della colonna vertebrale, quando è troppo accentuata si parla di ipercifosi.
L’ipercifosi consiste, quindi, in una deformità sagittale della colonna vertebrale che conferisce al dorso un aspetto convesso, caratterizzato dalla cosiddetta gobba. La condizione è confermata quando l’angolo della normale curvatura supera i 35°.
L’ipercifosi, al pari di altre deformità della colonna vertebrale, insorge solitamente in età scolare o durante l’adolescenza, ma può manifestarsi anche in età adulta per via dell’invecchiamento o di altri fattori di rischio. La fisioterapia è fondamentale nel trattamento dell’ipercifosi che, se presa in tempo, può migliorare e dare sollievo al paziente dal dolore.
Quali sono le cause dell’ipercifosi?
La cifosi patologica, o ipercifosi, può avere numerose cause anche molto diverse tra loro. Le principali sono:
- cifosi posturale, causata da una postura scorretta;
- cifosi di Scheuermann, cioè anomalie morfologiche a livello delle vertebre;
- cifosi congenita, cioè uno sviluppo anomalo della colonna vertebrale prima della nascita;
- infortuni della colonna vertebrale.
Queste sono le cause principali, ma esistono ulteriori fattori di rischio dell’ipercifosi:
- osteoporosi, che comporta un indebolimento delle ossa, più soggette a fratture;
- spina bifida, una condizione patologica che causa uno sviluppo anomalo della colonna vertebrale;
- neurofibromatosi, una malattia genetica che coinvolge il sistema nervoso;
- spondilosi, una particolare forma di artrite che comporta la deformità di corpi e dischi intervertebrali;
- malattia di Paget, che coincide con l’indebolimento e il rimodellamento delle ossa;
- tubercolosi, un’infezione batterica che colpisce prevalentemente i polmoni;
- distrofia muscolare, una malattia genetica che compromette la salute dei muscoli;
- tumore a carico della colonna vertebrale.
Eseguire una diagnosi corretta è molto importante, soprattutto perché permette di risalire alla causa scatenante dell’ipercifosi e di intervenire in modo mirato e adeguato.
Quali sono i sintomi e le complicanze dell’ipercifosi?
L’ipercifosi può essere sia asintomatica, sia responsabile di un quadro sintomatologico abbastanza caratteristico, che comprende:
- rigidità alla schiena;
- dolore alla schiena;
- affaticamento e indolenzimento, dato che muscoli e legamenti sono sottoposti a una stress maggiore.
Non solo, perché l’ipercifosi, a causa della formazione della gobba, può causare profondo disagio estetico. Di conseguenza, può condizionare (e anche notevolmente) la qualità della vita del paziente, soprattutto se giovane.
Se non trattata adeguatamente e tempestivamente, la concavità anteriore della colonna si accentua e iniziano a sorgere le prime complicanze:
- dolore persistente, che non risponde al trattamento farmacologico;
- difficoltà respiratorie, provocate dalla compressione esercitata dalla colonna vertebrale a carico dei polmoni e delle vie aeree;
- disturbi al sistema nervoso, per via dello schiacciamento esercitato dalla colonna vertebrale sui nervi limitrofi, come intorpidimento, debolezza a braccia o gambe, problemi di equilibrio, perdita del controllo vescicale e intestinale.
Qualsiasi complicanza dell’ipercifosi deve essere attenzionata dal medico e, nella maggior parte dei casi, richiede l’intervento chirurgico.
Come si diagnostica l’ipercifosi?
Per eseguire la diagnosi di ipercifosi bisogna rivolgersi a un fisiatra o un ortopedico che, dopo un’attenta anamnesi e un accurato esame obiettivo, procedono di solito con alcuni test strumentali di accertamento.
L’anamnesi serve per raccogliere il maggior numero di informazioni sul paziente in merito a sintomatologia, storia clinica e stile di vita. L’esame obiettivo, invece, permette al medico di osservare attentamente la colonna vertebrale e, attraverso alcuni movimenti eseguiti dal paziente, di individuare la presenza o meno di ipercifosi.
Fatto questo, si rivelano essenziali alcune indagini strumentali, quali TAC, raggi X e risonanza magnetica nucleare, che forniscono indicazioni utili sulle caratteristiche precise dell’ipercifosi e consentono al medico di individuare il piano terapeutico più adeguato.
Come si cura l’ipercifosi?
Il trattamento dell’ipercifosi cambia in base al grado di accentuazione della curvatura e alla causa scatenante. In particolare:
- per le ipercifosi lievi, non particolarmente preoccupanti, non è necessario alcun trattamento;
- per le ipercifosi di gravità lieve-moderata causate da fattori sui quali è possibile intervenire sono previste l’assunzione di farmaci antidolorifici e l’esecuzione di alcuni esercizi fisioterapici mirati al miglioramento posturale e al rinforzo muscolare;
- per le ipercifosi gravi e dalle cause patologiche è previsto l’intervento chirurgico.
Bisogna sottolineare che la somministrazione di farmaci antidolorifici e lo svolgimento di esercizi di fisioterapia hanno il principale obiettivo di migliorare la postura, rafforzare la muscolatura e alleviare il dolore. In alcuni casi, la fisioterapia è utile per migliorare l’aspetto estetico e, quindi, la curvatura particolarmente accentuata.
L’intervento chirurgico, invece, è preso in considerazione quando la curvatura è particolarmente grave e non è possibile intervenire con trattamenti conservativi. In questo caso, l’operazione permette di correggere le curvature e ridurre il rischio di complicazioni.
Nota come fusione spinale per la cifosi, la tecnica è molto delicata e complessa (tanto da richiedere dalle 4 alle 8 ore per l’esecuzione) e prevede la fusione, appunto, delle vertebre con lo scopo di ristabilire in parte la normale curvatura toracica della colonna vertebrale.
L’intervento si esegue in anestesia generale e richiede un ricovero di circa 1 settimana, oltre che l’utilizzo di un tutore per almeno 9 mesi. Quest’ultimo, tra l’altro, conosciuto anche come “raddrizzaspalle”, è consigliato ai giovani pazienti con una cifosi moderata per evitare proprio un peggioramento della curva.
Si può prevenire l’ipercifosi?
L’unica forma di cifosi per la quale è possibile attuare misure di prevenzione è la cifosi posturale. In tal caso, è consigliato:
- sedersi correttamente;
- evitare di assumere la postura cosiddetta “cadente”, quindi protesa in avanti;
- evitare di riempire eccessivamente lo zaino o la borsa che si usano quotidianamente, sia a scuola, sia a lavoro;
- praticare regolare attività fisica, con l’obiettivo di allungare i muscoli della schiena. Sport come corsa, nuoto, yoga e pilates, insieme a lunghe camminate, sono indicati per prevenire l’ipercifosi posturale e garantire un miglioramento della qualità della vita in generale.
Categoria Articolo: Fisioterapia Parma