La frattura alle vertebre

Frattura alle vertebre: cura e riabilitazione in fisioterapia

La frattura vertebrale da compressione è causata dalla rottura o dal collasso delle vertebre, non necessariamente per un trauma. È una diagnosi molto comune, ma se riconosciuta in tempo si può trattare più facilmente l’insorgenza di eventuali dolori associati. Con l’esame obbiettivo e la radiografia si può confermare o meno la presenza di una frattura vertebrale.

Frattura vertebre cervicali

Le fratture vertebrali cervicali interessano la zona cervicale e si possono dividere in due gruppi in base alle lesioni riportate:

  • fratture amieliche, senza interessamento neurologico
  • fratture mieliche, con interessamento neurologico

Alle fratture amieliche corrisponde il dolore locale e la limitazione funzionale unita a senso di impotenza e alterazioni nell’atteggiamento della colonna cervicale.

Si può fare poi nel trattamento una differenziazione tra frattura stabile e instabile. Nel primo caso si ha un approccio conservativo con l’applicazione di un collare rigido per circa 2-3 mesi prima del trattamento riabilitativo per il recupero completo. La frattura instabile invece deve essere trattata chirurgicamente per stabilizzarla.

Le cervicali sono spesso causate da traumi diretti o incidenti stradali per cui spesso iniziano automaticamente e immediatamente un percorso di guarigione con indagini diagnostiche precise e tutori di protezione.

Frattura vertebre lombari

La frattura vertebrale lombare si riconosce immediatamente dal dolore alla schiena. Il dolore può essere improvviso o sordo e cronico, ma dura persistentemente per diversi giorni, rendendo impossibile non recarsi da un medico.

La frattura di una o più vertebre lombari aumenta le probabilità che si verifichino fratture anche alle vertebre adiacenti a quella già compromessa. Le fratture multiple nel tempo possono alterare l’allineamento della colonna vertebrale e creare la cosiddetta “gobba”, rendendola appunto più convessa.

Tale curvatura, quando molto pronunciata, può compromettere l’equilibrio del paziente e rendere difficoltosa la respirazione in seguito alla compressione della cavità toracica. Altri sintomi possono essere inappetenza e insonnia.

È importante controllare periodicamente la statura e la postura del paziente, perché le fratture vertebrali possono portare al collasso delle vertebre e quindi alla diminuzione della statura.

Frattura vertebre lombari e dorsali conseguenze

Le fratture vertebrali lombari e dorsali possono avere conseguenze molto gravi. Nel secondo caso si potrebbero verificare anche lesioni al midollo osseo e paralisi degli arti inferiori. Solitamente nel caso di conseguenze più gravi si parla infatti di fratture mieliche, caratterizzate dall’interessamento midollare. La distinzione tra frattura mielica e amielica diventa quindi fondamentale per capire come agire e quale trattamento applicare sin dalla fase di diagnosi.

Quanto dura il dolore da frattura vertebrale

Le tempistiche di dolore e di guarigione sono influenzate dall’interessamento o meno del midollo spinale. Nel caso di fratture amieliche, prive di compromissione midollare, si considera la localizzazione della lesione anatomica:

  • Fratture del corpo vertebrale. Si procede con un’immobilizzazione per 30 giorni con un corsetto gessato. Per liberare la colonna dal carico bisogna restare a letto per questo lasso di tempo. Dopo seguono circa 2 mesi in cui bisogna evitare di camminare e bisogna indossare un busto rigido. Il busto potrebbe essere necessario per circa 3 mesi.  A seguito di questo periodo segue la Fisioterapia.
  • Fratture discoarticolari. Per poco più di un mese si procede con immobilizzazione con busto rigido o gessato e a seguire il ciclo fisioterapico.
  • Fratture totali. Si procede con immobilizzazione con un busto gessato per circa 3 mesi e poi si dà inizio al ciclo fisioterapico. In alcuni casi potrebbe essere necessario stabilizzare con un intervento chirurgico.

Frattura vertebrale riabilitazione

Il trattamento di una frattura vertebrale dipende dal tipo di frattura. L’approccio terapeutico è solitamente di tipo conservativo nei casi lievi e stabili, mentre nei casi gravi e instabili si ricorre alla chirurgia. Al termine della terapia per riparare la frattura, si procede con la riabilitazione fisioterapica. Il ricorso alla fisioterapia è fondamentale per ridare alla schiena elasticità e tono muscolare.

Il primo obiettivo della riabilitazione in fisioterapia è il recupero della mobilità. Vengono adoperate trazioni manuali passive in asse e allungamenti muscolare attivi dei paravertebrali cervico-dorsali e trapezi. Si prosegue con la correzione posturale del rachide cervico-dorsale in posizione seduta ed eretta di fronte allo specchio.

Il secondo obiettivo del trattamento prevede il recupero della forza della muscolatura profonda del rachide cervicale con esercizi progressivi. Si comincia con allenamenti a bassa intensità e in forma isometrica finalizzati ad evitare o inasprire lo scorrimento dei piatti vertebrali uno sull’altro e dei processi articolari superiori e inferiori.

Il terzo obiettivo del fisioterapista corrisponde ad un programma riabilitativo in campo. Si può iniziare questo step solo dopo la scomparsa totale dei sintomi relativi all’alterazione di percezione ed equilibrio e  dopo il conseguimento di una buona stabilità muscolare. La rieducazione propriocettiva globale si può raggiungere grazie ad esercitazioni a base di appoggio ridotto (mono-bipodalico, occhi aperti e chiusi) per ripristinare la funzionalità vestibolare e la percezione spaziale.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma