Le ossa metacarpali

Cause, sintomi e trattamenti delle fratture metacarpali

Nel palmo della mano precisamente tra le ossa carpale e le prime falangi, si trovano le ossa metacarpali, più comunemente dette e conosciute come metacarpi. Sono cinque per ogni mano e ciascuno di essi è composto da tre sezioni distinte: quella centrale, quella all’estremità distale e quella all’estremità prossimale chiamate, rispettivamente, corpo, testa e base.

Mantenere delle ossa metacarpali in buona salute è fondamentale per godere di piena funzionalità delle mani. Tuttavia, possono incorrere in lesioni piuttosto comuni come la frattura metacarpale, che consiste nell’interruzione della continuità delle ossa metacarpali della mano.

I soggetti maggiormente esposti alle fratture dei metacarpi sono gli uomini con un’età compresa tra i 10 e i 40 anni, cioè il periodo in cui l’attività atletica e lavorativa è sicuramente più intensa. Dato che le dita della mano più coinvolte sono quelle esterne, il pollice e il mignolo si rivelano più propensi alle fratture metacarpali.

Tipologie di fratture metacarpali

Le fratture delle ossa metacarpali sono le più comuni e ne esistono diverse tipologie:

  • frattura di Bennet, che prende il nome dal primo medico che parlò proprio di fratture metacarpali, cioè Edward Bennet. Si tratta di una frattura alla base del primo metacarpo, quindi quello che precede la falange prossimale del pollice;
  • frattura del pugile, cioè la frattura del quinto metacarpo, così chiamata perché si verifica il più delle volte dopo aver urtato con la mano contro qualcosa di talmente duro da causare un forte impatto al metacarpo che precede la falange prossimale del mignolo.

É molto importante individuare sia la localizzazione della frattura, sia l’origine del trauma, in modo da stabilire un trattamento adeguato e un percorso riabilitativo personalizzato.

Quali sono le cause delle fratture metacarpali?

All’origine delle fratture metacarpali possono esserci diverse cause, più o meno comuni:

  • un trauma;
  • un colpo diretto alla mano;
  • una torsione;
  • una caduta;
  • uno schiacciamento.

Inoltre, la frattura del metacarpo può verificarsi anche a seguito di un incidente o di qualsiasi attività fisica. I soggetti più a rischio, infatti, sono coloro che praticano sport come basket, pallavolo e pugilato e svolgono attività lavorative che prevedono l’impiego costante e intenso dell’arto superiore.

Quali sono i sintomi delle fratture metacarpali?

I sintomi che contraddistinguono le fratture metacarpali sono diversi e possono variare da soggetto a soggetto. I più comuni sono:

  • impossibilità di muovere il dito coinvolto;
  • dolore intenso e immediato dopo il trauma;
  • gonfiore della mano;
  • difficoltà nel muovere tutta la mano;
  • presenza di un ematoma.

In presenza di uno o più sintomi, è opportuno rivolgersi al proprio medico o recarsi direttamente in pronto soccorso.

Come si diagnosticano le fratture metacarpali?

Per ottenere una diagnosi corretta di frattura delle ossa metacarpali è necessario sottoporsi a esame obiettivo da parte di un medico specialista in ortopedia o fisiatria che, nella maggior parte dei casi, si avvale di esami diagnostici come la radiografia. Quest’ultima, tra l’altro, acquisisce diverse proiezioni dell’immagine della mano in modo da offrire al medico un quadro il più completo possibile sul trauma appena subito dall’arto.

Una volta ottenute tutte le informazioni del caso, è possibile individuare il trattamento migliore per risolvere la condizione.

Come si curano le fratture metacarpali?

Il trattamento delle fratture metacarpali può essere di tipo sia conservativo, sia chirurgico; la scelta dipende, ovviamente, non solo dal tipo di frattura ma anche da una serie di fattori quali:

  • età;
  • stile di vita;
  • attività fisica praticata;
  • attività lavorativa svolta.

Il trattamento di tipo conservativo punta ad allineare i frammenti ossei fratturati tramite una manipolazione specifica eseguita da un medico specialista. Successivamente, vengono applicati il gesso o una stecca o, se possibile, un semplice tutore per facilitare il processo di guarigione delle ossa che, rimanendo ben allineate, possono risanarsi spontaneamente nell’arco di 4-6 settimane.

Se il dolore avvertito dal paziente è abbastanza intenso, il medico può prescrivere una terapia farmacologica a base di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) come l’ibuprofene che non solo allevia il dolore, ma riduce anche lo stato infiammatorio.

Nel caso in cui il paziente non dovesse rispondere al trattamento conservativo, allora potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico, tramite il quale è possibile allineare i frammenti di osso metacarpale fratturati e mantenerli in posizione con l’applicazione di mezzi di sintesi metallici. Questa procedura prende il nome di osteosintesi e può essere seguita con tecniche diverse:

  • si possono posizionare una placca e delle viti sull’osso coinvolto tramite un’incisione attraverso una pratica a cielo aperto;
  • è possibile impiegare, in alternativa, fili metallici chiamati fili di Kirschner da introdurre nell’osso con tecnica percutanea, quindi senza incisione.

A prescindere dal tipo di trattamento scelto e dalla tecnica impiegata per l’eventuale intervento chirurgico, è opportuno che il paziente segua un percorso di riabilitazione fisioterapica per recuperare appieno le funzionalità della mano. La riabilitazione deve essere eseguita sotto la supervisione di un fisioterapista specializzato nel trattamento della mano che, tendenzialmente, valuta sia terapie fisiche, sia appositi esercizi di ripristino della parte lesionata:

  • esercizi di flessione ed estensione delle dita;
  • esercizi di presa e rilascio;
  • esercizi di rotazione del polso.

La presenza di un fisioterapista è importante perché è l’unico in grado di adattare la frequenza e l’intensità del trattamento in base alla fase di guarigione e alle esigenze del singolo paziente; così facendo, è possibile garantire un recupero efficace e duraturo. Inoltre, svolgere correttamente gli esercizi contribuisce in modo significativo a ripristinare forza, flessibilità e coordinazione della mano, oltre che ad accelerare il processo di guarigione a seguito di una frattura metacarpale.

Dopo quanto tempo si guarisce da una frattura metacarpale?

I tempi di recupero della frattura metacarpale sono strettamente correlati alla tipologia di frattura e alla sua localizzazione. In caso di assenza di fratture importanti o deformazione ossea, si procede con un trattamento conservativo che prevede il risanamento dell’osso interessato in un arco di tempo compreso tra le 6 e le 12 settimane.

Per riprendere, invece, l’attività sportiva e quella lavorativa è necessario attendere circa 2-4 mesi. Soprattutto chi pratica sport intensi e lavori usuranti, che prevedono carichi pesanti sulla mano o gesti ripetitivi, devono accertarsi che la mano funzioni correttamente prima di ricominciare con la routine di sempre. In ogni caso, è il fisioterapista a indicare il momento migliore per riprendere il proprio stile di vita e, se necessario, la continuità di alcuni esercizi fisioterapici che possano garantire stabilità a lungo termine.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma