Legamento crociato anteriore: intervento e tempi di recupero

Legamento crociato anteriore: intervento e tempi di recupero

Le lesioni del legamento crociato anteriore sono tra le più frequenti, soprattutto tra gli sportivi. Le cause sono solitamente di natura traumatica, spesso le conseguenze necessitano di un intervento chirurgico e in quasi la totalità dei casi è indispensabile seguire un piano terapeutico di riabilitazione per tornare all’attività sportiva il prima possibile.

Per comprendere al meglio come avvengono le lesioni del legamento crociato e tutto ciò che ne consegue, è sicuramente utile fare un passo indietro e analizzare l’anatomia dell’intera articolazione del ginocchio.

Tra le ossa più grandi di tutto il corpo umano rientrano la tibia e il femore, uniti tra loro dall’articolazione femoro-tibiale. Quest’ultima fa parte del complesso articolare del ginocchio, che coinvolge anche l’articolazione che collega il femore e la rotula.

Le estremità più vicine all’articolazione tra femore e tibia sono ricoperte dai menischi, due cuscinetti che svolgono la funzione di ammortizzatori contro i piccoli traumi ai quali le ginocchia vengono sottoposte durante la giornata, mentre si cammina o si corre – per esempio.

Nello specifico, il ginocchio è capace di eseguire due movimenti: quello di flessione ed estensione e quello di rotazione. Si tratta di due movimento che richiedono al ginocchio particolare sforzo e, proprio per questo, l’articolazione tra tibia e femore è protetta da due coppie di legamenti, i cosiddetti legamenti crociati, che “lavorano” insieme ai menischi aumentando la stabilità articolare ed evitando che le due superfici articolari si danneggino.

Purtroppo, può succedere che qualcosa vada storto e che uno o più punti dell’articolazione del ginocchio si lesionino causando danni più o meno gravi; a essere maggiormente esposto a traumi e lesioni è sicuramente il legamento crociato anteriore.

Quali sono le cause e i sintomi della rottura del legamento crociato anteriore?

Grazie alla presenza di strutture robuste e delle loro funzioni, le ginocchia sono forti, stabili e pienamente in grado di resistere a stress notevoli. Tuttavia, può capitare che a causa di traumi particolarmente intensi si possano danneggiare o rompere del tutto i legamenti e i menischi.

legamenti crociati anteriori, che sono decisamente meno resistenti rispetto a quelli posteriori, sono maggiormente esposti agli infortuni, in particolare in soggetti che praticano sport – come il calcio e il basket – che richiedono l’estensione rapida delle ginocchia o repentini cambi di direzione.

Se avviene una lesione del legamento crociato anteriore, il dolore e la sensazione di instabilità sono i sintomi tipici, oltre che più comuni; non sempre, però, sono presenti ed è per questo che è opportuno recarsi immediatamente in pronto soccorso subito dopo l’infortunio, in modo da arginare i danni e intervenire per tempo.

In cosa consiste l’intervento chirurgico del legamento crociato anteriore?

Se avviene una rottura del legamento crociato anteriore e il paziente vuole riacquistare la piena funzionalità dell’articolazione, allora l’intervento chirurgico è indubbiamente la scelta migliore.

La procedura prevista è molto comune, con un’altissima percentuale di successi, e consiste nella sostituzione del legamento danneggiato con uno sano. In base alla condizione specifica, il chirurgo può valutare tre tecniche diverse:

  • trapianto autologo del semitendinoso e gracile: si tratta della tecnica più diffusa e prevede l’utilizzo dei tendini di due muscoli flessori mediali della coscia da far passare attraverso un piccolo foro appositamente realizzato all’interno dell’articolazione. L’intervento viene svolto in artroscopia e comporta tempi di recupero piuttosto lunghi, dato che anche i muscoli della coscia hanno bisogno di riprendersi;
  • trapianto autologo del tendine rotuleo: la procedura comporta inizialmente l’asportazione del tendine della rotula e, successivamente, la sostituzione del legamento lesionato. In questo caso non si coinvolgono i muscoli della coscia, ma si va a indebolire tutto il complesso articolare. Tuttavia, i tempi di recupero sono abbastanza rapidi;
  • impianto di un tendine prelevato da un donatore: chiamata anche allograft, la tecnica prevede l’utilizzo di un tendine prelevato da un donatore, il che non indebolisce la muscolatura. Per questo si rivela la procedura più indicata per i pazienti over 60 con un ottimale stato di salute articolare.

La scelta della tecnica spetta, ovviamente, al medico chirurgo dopo aver compiuto una diagnosi accurata e aver sottoposto il paziente a tutti gli accertamenti del caso – esami diagnostici strumentali compresi.

Cosa succede dal ricovero al post-operatorio in caso di intervento del legamento crociato anteriore?

Quando bisogna operarsi al legamento crociato anteriore, solitamente il ricovero avviene la mattina stessa del giorno in cui è previsto l’intervento. Il paziente deve presentarsi a digiuno da almeno 8-12 ore e rispondere correttamente alle domande previste per la compilazione della cartella clinica, in modo da prevenire qualsiasi complicazione sia durante l’intervento, sia nel post-operatorio.

Dopo due ,tre giorni  dall’intervento il paziente può già iniziare la riabilitazione fisioterapica; farlo fin da subito permette, infatti, di rendere totalmente efficace la procedura chirurgica e di garantire al paziente il recupero di gran parte della funzionalità articolare iniziale.

Come si svolge la riabilitazione post-operatoria del legamento crociato anteriore?

Come accennato, il giorno dopo l’intervento chirurgico del legamento crociato anteriore è indispensabile iniziare il programma di riabilitazione fisioterapicabasato su ginnastica riabilitativa supportata da appositi strumenti scelti dal fisioterapista di riferimento.

Il paziente può fin da subito camminare con l’aiuto delle stampelle e può anche indossare un tutore. Nell’arco di 3-4 settimane il paziente può tornare a guidare e a svolgere le attività quotidiane di routine senza l’ausilio di stampelle e tutore, mentre dopo 3-4 mesi dovrebbe essere di nuovo in grado di correre. Bisogna attendere, però, almeno 5-6 mesi prima di riprendere l’attività sportiva agonistica.

Questi tempi di recupero sono possibili solo se il paziente segue alla lettera il programma di riabilitazione previsto a seguito di un intervento al legamento crociato anteriore, solitamente organizzato in questo modo:

  • tra le settimane 1-2  mobilizzazione passiva  ginocchio e esercizi di attivazione muscolare isometrica dell’arto inferiore; applicare il ghiaccio alla fine di ogni esercizio;
  • tra le settimane 3-4 recupero completo articolarità, esercizi in piscina,cyclette  e  esercizi isometrici;
  • tra le settimane 5-6 si continuare con gli esercizi di rinforzo , propriocezione e idrokinesiterapia;
  • tra le settimane 7-12 si ottiene una mobilità completa, quindi si può continuare con gli esercizi isometrici e isotonici e con la ginnastica propriocettiva.
  • tra le settimane 13-26 si devono continuare gli esercizi di potenziamento, aumentando la difficoltà degli esercizi . Al contempo, si può iniziare con gli esercizi di agilità sul campo, come la corsa laterale e il salto sulla corda;

Durante tutto il corso della riabilitazione post-intervento del legamento crociato anteriore è fondamentale farsi seguire da un fisioterapista specializzato, l’unica figura professionale in grado di indirizzare il paziente, consigliarlo e garantirgli il miglior risultato possibile.

Intervento del legamento crociato anteriore e domande frequenti (FAQ)

Per quanto tempo bisogna indossare il tutore?
Il tutore va indossato durante le prime settimane del post-operatorio, giorno e notte. Si può rimuovere solo in occasione delle sedute di fisioterapia. Le tempistiche variano di caso in caso e vengono decise dal medico specialista di riferimento, anche se il consiglio è di non rimuoverlo prima di 3-4 settimane dall’intervento.

Per quanto tempo bisogna utilizzare le stampelle per camminare?
Per le stampelle vale lo stesso discorso fatto per il tutore: è il medico specialista a indicare le tempistiche precise. Sicuramente, le stampelle vanno utilizzate i primi giorni del post-operatorio, per poi aumentare gradualmente il carico. In genere, è possibile abbandonare le stampelle nell’arco di 1 mese.

A seguito dell’intervento è normale che il ginocchio sia gonfio?
Sì, il gonfiore è una conseguenza del tutto fisiologica dell’intervento al legamento crociato anteriore. La sua entità varia di caso in caso e, a volte, può coinvolgere anche coscia, gamba e caviglia. Dato che i primi giorni del post-operatorio prevedono il riposo, i liquidi non vengono drenati correttamente e il gonfiore è assolutamente normale; dopo qualche settimana, però, il ginocchio riacquista il suo aspetto iniziale.

Come bisogna dormire dopo l’intervento al legamento crociato anteriore?
Dato che l’obiettivo del post-operatorio è di mantenere quanto più esteso possibile il ginocchio, è consigliato dormire tenendolo dritto. Una posizione ideale è quella a pancia in su con la gamba stesa e il piede poggiato su un cuscino.

Dopo l’intervento c’è il rischio di recidive?
Le probabilità che il legamento crociato anteriore si rompa nuovamente subito dopo l’intervento sono altamente improbabili. L’importante è che il paziente segua le indicazioni dettate dall’ortopedico e dal fisioterapista ,fino alla conclusione del percorso

Dopo quanto tempo è possibile tornare a lavoro?
Il rientro a lavoro deve essere autorizzato dal medico specialista. Tutto dipende dal tipo di attività lavorativa, dalle mansioni richieste e, ovviamente, dalle condizioni di salute del ginocchio. Solitamente, è possibile riprendere il lavoro dopo 1/2 mesi dall’operazione.

Dopo quanto tempo è possibile correre?
Tendenzialmente, è possibile ricominciare a correre dopo 12/16 settimane dall’intervento e, comunque, non prima di aver riacquistato una mobilità articolare completa, sviluppato un tono muscolare adeguato e ripristinato un ottimo controllo propriocettivo.

Dopo quanto tempo si può riprendere l’attività sportiva?
Il ritorno all’attività sportiva non avviene, di solito, prima di 6 mesi dall’intervento. Inoltre, questo è possibile solo se alla fine della riabilitazione si compie un lavoro di recupero della gestualità richieste dallo sport, nonché dei movimenti più complessi. L’atleta, prima di ricominciare l’allenamento, deve essere pronto al 100% per evitare il rischio di ricadute.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma