Valutazione funzionale su pedane di forza (Kinvent)
Ampiamente utilizzate in ambito sportivo e riabilitativo, le pedane di forza permettono di compiere una valutazione funzionale completa e dettagliata, molto utile al terapista per prevenire gli infortuni, individuare piani di allenamento personalizzati e ottenere numerose informazioni sulle abilità del singolo paziente ed atleta.
Nello specifico, le pedane rispondono alla pressione meccanica applicata da un corpo sia in condizione statica, sia durante il movimento; questo avviene grazie a un insieme di sensori, associati a un software appositamente realizzato, che insieme consentono di rilevare la forza-peso depositata al suolo attraverso un calcolo matematico tramutato, poi, in risultati di tipo numerico e grafico.
In particolare, presso Fisioonecare si utilizzano le pedane di forza ed equilibrio Kinvent, che permettono di misurare la simmetria statica e dinamica di un’ampia gamma di movimenti. Si tratta di pedane tanto leggere quanto resistenti, perfette per la valutazione e il ribilanciamento posturale e della forza.
Cosa si misura con le pedane di forza?
Come accennato, grazie alle pedane di forza è possibile analizzare la spinta a terra che un paziente o un atleta possiedono nel compiere un movimento sia dinamico (come un salto), sia statico dal punto di vista qualitativo e quantitativo.
Sono numerosi i test che si possono mettere in pratica e che rendono le pedane uno strumento estremamente versatile, capace di analizzare la funzionalità di un paziente nel corso della riabilitazione e di migliorare le performance sportive di un atleta.
I campi di applicazione delle pedane di forza, quindi, possono essere molteplici. Eccoli nel dettaglio:
Prevenzione degli infortuni e valutazione delle asimmetrie
Le pedane di forza rientrano tra gli strumenti maggiormente indicati per la prevenzione degli infortuni; questo perché permettono di compiere un’analisi attenta e approfondita dell’appoggio del piede e della distribuzione della curva di forza che si viene a creare in occasione di un salto o di uno squat, oltre che di rilevare eventuali scompensi e deficit del paziente.
Inoltre, si possono utilizzare le pedane di forza con nuovi pazienti per misurarne e analizzarne la stabilità e la simmetria.
In questi casi, si può ricorrere a diversi test:
- test di postura statica, che consente di individuare l’equilibrio posturale del paziente, oltre alla distribuzione del peso tra lato destro e sinistro, ottenendo anche il tracciato di tutti i micro-assestamenti posturali che giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento della postura eretta. Si tratta di informazioni molto importanti che, in alcuni casi, possono rivelarsi veri e propri campanelli di allarme per il terapista nel caso in cui sussista un disequilibrio significativo;
- test dello squat, con il quale è possibile visualizzare il dato percentuale di deficit tra la spinta della gamba sinistra con quella destra. L’andamento del test può essere visualizzato tramite un grafico, il che semplifica l’individuazione della simmetria dell’esecuzione, oltre che il differente timing neuromuscolare di spinta dell’arto destro e sinistro e la forza sviluppata singolarmente dai due arti.
Analisi del salto in riabilitazione
Il salto con contro-movimento (CMJ – Counter Movement Jump) consiste nel movimento usato nei test di performance sportiva degli atleti ma, al tempo stesso, trova impiego anche nella riabilitazione come strumento di monitoraggio della condizione di salute del paziente.
Il CMJ, infatti, consente di ottenere un profilo completo per ogni tipo di contrazione muscolare in occasione di un gesto veloce ed esplosivo che richiede al soggetto un’enorme coordinazione neuromuscolare di tutto il corpo.
Di conseguenza, in ambito riabilitativo il CMJ è molto utile per verificare l’efficacia del trattamento con un focus non solo sulla presenza o meno del dolore, ma anche e soprattutto sull’effettiva capacità del paziente di eseguire un movimento dinamico correttamente e in totale sicurezza.
Nello specifico, grazie alle pedane di forza si può visualizzare l’andamento del salto durante le sue diverse fasi: dalla situazione iniziale isometrica si passa, poi, al pre-caricamento eccentrico durante il quale si immagazzina la forza rilasciata successivamente nella fase concentrica di spinta del salto; infine, dopo la fase di volo, è possibile monitorare il momento dell’atterraggio e la fase di ammortizzazione, poco prima del ritorno allo stato iniziale.
Durante tutto questo processo, il terapista ha la possibilità di visualizzare il comportamento di ogni singolo arto a terra, il che permette di ottenere immediatamente un dato oggettivo della simmetria del soggetto nel caso, per esempio, in cui un lato sia infortunato o nella fase finale della riabilitazione.
Inoltre, grazie ad alcuni parametri come l’RFD (Rate of Force Development) e l’impulso è possibile analizzare anche la velocità nel raggiungere il picco di forza, il che permette di rilevare il reale stato di recupero del paziente.
Return To Play post ricostruzione LCA
IL Return To Play (RTP) coincide con la fase finale di un iter riabilitativo il cui scopo non è solo quello di restituire l’integrità biologica a una struttura lesionata, ma anche di garantire al paziente di poter tornare a svolgere le tipiche attività della sua vita quotidiana, gesti atletici compresi, con le capacità pre-infortunio.
In questa fase, le pedane di forza sono a dir poco fondamentali, perché consentono di verificare oggettivamente l’espressione di forza dell’arto leso rispetto al lato sano, aspetto che rientra tra i primi check per ottenere il via libera dall’ortopedico.
Scegliere di compiere una valutazione di questo tipo con le pedane di forza offre un gran numero di benefici:
- il paziente viene analizzato in catena cinetica chiusa, che si rivela più funzionale e più sicura per il neolegamento;
- è possibile ottenere un archivio del paziente, in modo da verificare la condizione pre-infortunio;
- si possono analizzare i movimenti sia di base, sia appartenenti a sport specifici.
Tra i test per la valutazione delle performance maggiormente impiegati rientra il già citato CMJ (test di salto con contro-movimento), che consente di ottenere una rilevazione di forza esplosiva immediata e, quindi, si rivela l’ideale per il monitoraggio della condizione necessaria per il Return to Play.
Ovviamente, è indispensabile che il terapista compia un’analisi obiettiva quando si tratta di decidere se rilasciare o meno il paziente e, quindi, di mettere la parola “fine” al processo riabilitativo. Grazie alle pedane di forza, che forniscono dati oggettivi sui quali poter basare la decisione finale, il medico ortopedico o il fisioterapista possono garantire al paziente un Return to Play in sicurezza, prevenendo ulteriori rischi e, soprattutto, spiacevoli ricadute
Categoria Articolo: Fisioterapia Parma