
Ernia del disco cervicale: cause, sintomi e trattamenti
Condizione da non dover mai sottovalutare, l’ernia cervicale (o ernia del disco cervicale) consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo da un disco intervertebrale cervicale a causa della lacerazione dell’anulus.
Ciò, solitamente, avviene a seguito di un trauma al collo (il cosiddetto “colpo di frusta”) o per via di sovraccarico funzionale e dell’invecchiamento. Il sintomo caratteristico è il dolore al collo, la classica cervicalgia, ma possono manifestarsi ulteriori sintomi lungo l’arto superiore coinvolto come formicolio e intorpidimento.
Per ottenere una diagnosi di ernia del disco cervicale servono anamnesi, esame obiettivo e diagnostica per immagini; successivamente, si procede tendenzialmente con trattamenti conservativi, così come avviene presso FisioOneCare di Parma, lasciando la chirurgia come terapia estrema, destinata solo ai casi più gravi e complessi.
Quali sono le cause dell’ernia del disco cervicale?
Come accennato, le principali cause di ernia del disco cervicale sono l’invecchiamento, i traumi al collo e il sovraccarico della struttura muscolo-scheletrica di quest’ultimo. Eccole più nel dettaglio:
- la degenerazione dei dischi provocata dall’invecchiamento è un fenomeno del tutto fisiologico. Con l’avanzare dell’età, infatti, i dischi tendono a disidratarsi, diventando sempre più fragili e meno elastici;
- un trauma al collo molto violento, come quello che può accadere in occasione di un incidente stradale, può stressare talmente tanto l’anulus dei dischi intervertebrali da causare una lesione delle sue fibre, attraverso la quale fuoriesce il nucleo polposo;
- il sovraccarico funzionale può creare, alla lunga, microlesioni all’anulus che possono culminare in una vera e propria apertura dalla quale fuoriesce il nucleo polposo.
Oltre queste cause principali, esistono ulteriori fattori di rischio dell’ernia del disco cervicale:
- postura scorretta;
- deficit muscolare;
- tessuti legamentosi deboli;
- familiarità e predisposizione genetica;
- alterazione della struttura vertebrale;
- spondilosi cervicale;
- malattie del tessuto connettivo.
Inoltre, bisogna distinguere tra radicolopatia e mielopatia: nel primo caso, l’ernia discale o cervicale entra in contatto con le radici dei nervi spinali, mentre nel secondo caso l’erniazione interessa il midollo spinale.
Quali sono i sintomi dell’ernia del disco cervicale?
Il sintomo principale dell’ernia del disco cervicale è la cervicalgia, cioè il dolore al collo, localizzato al centro e lateralmente che, in molti casi, può essere talmente forte da irrigidire il collo stesso e limitarne il movimento.
In alcuni pazienti, ulteriori sintomi esprimono l’irritazione delle radici nervose del tratto cervicale:
- dolore lungo l’arto superiore, dalla spalla alle dita della mano;
- sintomi neurologici, come intorpidimento, formicolio, alterazione della sensibilità cutanea e debolezza muscolare.
Quando si ha a che fare con questi sintomi, è opportuno rivolgersi a un centro specializzato, come FisioOneCare a Parma, per ottenere una diagnosi certa e individuare una terapia mirata alla guarigione.
Come si diagnostica l’ernia del disco cervicale?
Per ottenere la diagnosi di ernia del disco cervicale bisogna partire dall’anamnesi, quindi dalla valutazione della storia clinica del paziente. Il medico pone una serie di domande in merito alla sintomatologia, allo stato di salute generale, alla storia medica, all’attività lavorativa svolta e allo stile di vita.
Si prosegue con l’esame obiettivo, basato su alcuni test specifici che permettono di analizzare i sintomi e risalire alle cause scatenanti.
Infine, si passa alla diagnostica per immagini: la risonanza magnetica nucleare (RMN) è l’esame sicuramente più adatto per la diagnosi di ernia cervicale, ma in alcuni casi potrebbero essere utili anche radiografia, TAC, mielo-TC e mielografia.
Come si cura l’ernia del disco cervicale?
La terapia di prima scelta per l’ernia del disco cervicale si basa su trattamenti conservativi, soprattutto se la condizione è di lieve entità. In pratica, bisogna affidarsi nelle mani di fisioterapisti esperti, come quelli presenti in FisioOneCare di Parma, che tramite mobilizzazioni, manovre specifiche e manipolazioni possono alleviare la pressione esercitata dall’ernia sulla radice del nervo e, quindi, ridurre il dolore.
In associazione alla fisioterapia è possibile ricorrere all’assunzione di farmaci, che accelerano l’eliminazione del dolore e la riduzione dell’infiammazione. I più efficaci sono:
- FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), che alleviano il dolore e, al contempo, hanno azione antinfiammatoria. I più comuni sono diclofenac, ibuprofene, naproxene e acido acetilsalicilico;
- miorilassanti, utili per calmare gli spasmi muscolari provocati dall’ernia cervicale, come diazepam e ciclobenzaprina;
- corticosteroidi, che esercitano una potente azione antinfiammatoria, come prednisone, idrocodone e metilprednisolone;
- iniezioni epidurali di farmaci antidolorifici e/o analgesici, in presenza di un’ernia cervicale estremamente dolorosa.
Molti pazienti, inoltre, trovano sollievo indossando un collare, in particolare a seguito di un trauma al rachide cervicale, che offre supporto al collo e previene ulteriori danni.
Non appena il dolore diventa sopportabile, è sempre consigliato intraprendere un iter di riabilitazione specifico con l’obiettivo di rafforzare la schiena (in particolare il tratto cervicale) e prevenire eventuali recidive. In questa fase, che si svolge sotto l’occhio attento di un fisioterapista, è possibile ricorrere a ulteriori terapie (anche strumentali) come:
- ionoforesi, che prevede la somministrazione di un farmaco per via cutanea tramite corrente continua prodotta da un generatore;
- agopuntura, indicata per alleviare il dolore e l’infiammazione;
- ginnastica posturale, basata su esercizi specifici che educano il paziente ad assumere una postura corretta così da alleviare il dolore;
- stimolazione del nervo spinale, che avviene tramite corrente elettrica per sollecitare il midollo spinale e ridurre il dolore.
Anche il trattamento osteopatico può rivelarsi molto utile, soprattutto nel lungo periodo.
Se la terapia conservativa non porta i risultati sperati o se il dolore cervicale diventa persistente e invalidante, allora non rimane che ricorrere alla chirurgia. L’intervento, eseguito in anestesia totale, può prevedere:
- discectomia anteriore, tecnica maggiormente impiegata in caso di ernia del disco cervicale;
- discectomia posteriore, riservata solo a ernie cervicali di tipo laterale.
Dopo l’intervento, la fisioterapia è quasi del tutto obbligatoria. Solo rafforzando la struttura muscolo-scheletrica e grazie alle manipolazioni fisioterapiche è possibile ottenere pieno recupero nel più breve tempo possibile.
Si può guarire dall’ernia del disco cervicale?
Assolutamente sì, anzi, nella maggior parte dei casi il trattamento conservativo si rivela estremamente efficace e non è necessario ricorrere all’intervento chirurgico. Bisogna tenere a mente, infatti, che il corpo umano è capace di attuare un meccanismo adeguatamente efficace per riassorbire il nucleo polposo fuoriuscito e cicatrizzare l’anulus. La chirurgia è solo per i casi estremi.
In ogni caso, è bene sottolineare che i tempi di guarigione dell’ernia del disco cervicale sono tendenzialmente medio-lunghi: il dolore dovrebbe sparire dopo 4 settimane circa, mentre per il recupero totale servono almeno 4-6 mesi.
Categoria Articolo: Ernia al disco