Periostite: Cause, Sintomi e Trattamenti per la Guarigione Completa

Periostite e osteopatia: cause, sintomi e trattamenti

La parte esterna delle ossa è rivestita da una membrana connettivale, chiamata periostio; se quest’ultimo si infiamma, allora si parla di periostite, una condizione determinata da eventi traumatici o da infezioni e difetti della postura.

La forma più comune è senza dubbio la periostite tibiale, che vede coinvolto il periostio della tibia lì dove si collegano i muscoli soleo e tibiale posteriore, nonché la fascia che li ricopre.

La periostite si può curare ed è dunque possibile guarire; per farlo, oltre a osservare il dovuto riposo e ad assumere farmaci (se necessario), è molto importante rivolgersi a osteopati esperti, come i professionisti di FisioOneCare, in grado di dare un grosso contributo nel velocizzare i tempi di recupero e guarigione.

Tipologie di periostite

In base alla durata della patologia, la periostite può essere distinta in due tipologie differenti:

  • periostite acuta, con quadro clinico piuttosto grave ed evoluzione alquanto rapida. L’infiammazione, per fortuna, tende a regredire velocemente. I sintomi caratteristici sono edema, arrossamento, febbre, dolore e, in alcuni casi, raccolte purulente;
  • periostite cronica, con una sintomatologia più lieve che, però, persiste nel lungo termine. La terapia indicata è a base di antibiotici, oltre che sul drenaggio della parte tramite incisione chirurgica.

Inoltre, la periostite può essere anche monolaterale o bilaterale, a seconda che l’infiammazione sia a carico di un solo lato o di entrambi e, in base alla zona dove si localizza l’infiammazione:

  • periostite tibiale anteriore, quando l’infiammazione si trova nella parte frontale della tibia;
  • periostite tibiale posteriore, quando l’infiammazione si trova nella parte interna della gamba.

Quali sono le cause della periostite?

In genere, le principali cause della periostite sono i traumi e le infezioni; tuttavia, esistono altri fattori di rischio che possono aumentarne la possibilità di sviluppo, come i problemi posturali che sollecitano in modo inadeguato i muscoli interessati.

Di conseguenza, i soggetti più predisposti alla periostite (soprattutto quella tibiale) sono gli sportivi che praticano calcio, rugby, pallavolo, pallacanestro e tutti quegli sport che richiedono di correre con frequenza.

Inoltre, coloro che praticano la corsa possono incorrere in periostite a causa dei seguenti ulteriori fattori di rischio:

  • allenamento scorretto, come correre seguendo una tecnica errata;
  • dismetria marcata, che causa una distribuzione scorretta del carico al momento dell’appoggio;
  • condizione di sovrappeso;
  • piede cavo-supinato;
  • corsa in discesa, oppure su terreni irregolari;
  • percorrere lunghe distanze indossando scarpe non adeguate;
  • flessibilità muscolare scarsa.

Il discorso cambia, invece, per la periostite infettiva, le cui cause sono da ricercare in vari patogeni che arrivano al periostio o direttamente, o da processi infettivi vicini o per via sanguigna. Un esempio è dato dalla periostite sifilitica, la cui causa principale è proprio la sifilide.

Quali sono i sintomi della periostite?

Il principale sintomo della periostite è il dolore, molto forte, localizzato nella zona coinvolta. Inizialmente, questo dolore tende a diminuire dopo aver percorso alcuni chilometri, per poi permanere e manifestarsi anche in condizioni di riposo.

In caso di periostite, poi, il dolore può essere associato ad altri sintomi:

  • sensazione di calore locale;
  • iperestesia;
  • tumefazione;
  • brividi.

All’insorgere di uno o più sintomi appena elencati è consigliato rivolgersi al medico per eseguire una diagnosi corretta e individuare il trattamento migliore per una pronta guarigione.

Come si diagnostica la periostite?

La diagnosi di periostite si esegue attraverso un’accurata anamnesi e un attento esame obiettivo; nel corso di quest’ultimo, in particolare, il medico analizza la flessione plantare del piede e delle dita e valuta la presenza di un certo gonfiore (tipico della periostite).

Successivamente, l’esame radiografico permette di rilevare anomalie a carico del periostio e di individuare eventuali ispessimenti e/o irregolarità nello stesso. Infine, la scintigrafia ossea consente di eseguire una diagnosi differenziale, escludendo quindi la presenza di altre patologie simili alla periostite, come sindrome del compartimento anteriore, sindrome del muscolo tibiale anteriore e fratture da stress.

Ottenuti tutti i risultati utili è, finalmente, possibile pianificare il trattamento più adatto alle esigenze del paziente.

Come si cura la periostite?

Il trattamento di prima scelta per la periostite è sempre di tipo conservativo; la chirurgia, invece, viene presa in considerazione in casi rarissimi e particolarmente gravi (e non sempre si rivela efficace e risolutiva).

La terapia conservativa della periostite deve essere prescritta e supervisionata da un fisioterapista, così come avviene presso FisioOneCare, e generalmente comprende:

  • riposo, inteso non come assoluto, ma come astensione da tutti quei movimenti che potrebbero aumentare il carico sull’arto interessato andando ad aggravare la condizione e ad aumentare il dolore;
  • assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene, molto utili per alleviare la sensazione dolorosa;
  • applicazioni di ghiaccio, da fare più volte al giorno per circa 15-20 minuti consecutivi.

Inoltre, durante la prima fase, il fisioterapista può avvalersi di alcune terapie fisiche strumentali per contrastare il dolore. A tal proposito sono particolarmente indicate la tecarterapia, il laser Yag ad alta potenza e le onde d’urto.

Queste terapie strumentali, per sortire gli effetti sperati, devono essere sempre accompagnate dal trattamento manuale, che può essere messo in pratica da osteopati specializzati come i professionisti di FisioOneCare. Nello specifico, l’osteopatia applicata alla periostite prevede:

  • manipolazioni finalizzate alla ricerca dei blocchi articolari nei piedi e nelle caviglie e delle disfunzioni dell’arto inferiore, della colonna e del bacino con l’obiettivo di liberarli e di eliminare eventuali contratture muscolari;
  • massaggi, da eseguire in particolare sul muscolo tibiale anteriore;
  • manipolazioni miofasciali dei trigger point;
  • kinesiotaping con effetto neuromuscolare, tramite il bendaggio della tibia.

Successivamente, sono previste la riabilitazione e la rieducazione del movimento, mirate al ripristino graduale delle funzionalità di muscoli e articolazioni, della forza, dell’elasticità e della resistenza di muscoli e tendini e del coordinamento.

Contemporaneamente, fisioterapisti e osteopati propongono esercizi terapeutici mirati, come stretching dei muscoli soleo e tricipite surale ed esercizi di rinforzo muscolare, stabilizzazione, propriocezione e di recupero del gesto atletico.

Se dopo 6 mesi circa di terapia conservativa i sintomi non migliorano potrebbe rivelarsi necessario il ricorso alla chirurgia. L’intervento prevede la fasciotomia della loggia mediale della gamba, finalizzato a rilassare la fascia vicino alla tibia e distendere il compartimento mediale. Gli esiti chirurgici si rivelano efficaci e risolutivi nell’80% dei casi.

Si può guarire dalla periostite?

Sì, è possibile guarire dalla periostite a patto che si seguano alla lettera le indicazioni fornite da fisioterapisti e osteopati. Il processo di guarigione richiede tempo e pazienza, oltre che attenzione agli esercizi. I pazienti che si sottopongono a intervento chirurgico, in genere, possono ricominciare a correre dopo circa 30 giorni.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma