Visita fisiatrica

La fisiatria è quella branca della medicina che si occupa di prevenire, diagnosticare e curare patologie o disturbi a carico di ossa, muscoli e articolazioni. Proprio per questo, collabora molto spesso con altre branche quali fisioterapia, ortopedia, neurologia e anche cardiologia.

La visita fisiatrica, quindi, non è altro che un consulto specialistico con il quale è possibile individuare la presenza di una patologia e di eventuali conseguenze sul paziente, oltre che il percorso terapeutico migliore per migliorare la condizione e, nel migliore dei casi, guarire del tutto.

A cosa serve la visita fisiatrica?

La visita fisiatrica serve a valutare la funzionalità del paziente sotto l’aspetto ortopedico, neurologico e respiratorio sia in condizioni normali, sia a seguito di traumi con l’obiettivo di intervenire in presenza di patologie appena emerse o nel trattamento di condizioni pregresse e, in alcuni casi, croniche.

Il fisiatra, sulla base delle sue competenze, può intervenire in presenza di disturbi a carico dei seguenti distretti corporei:

  • articolazione dell’anca;
  • ossa del bacino;
  • pavimento pelvico e muscolo piriforme;
  • porzione prossimale del femore;
  • scapola;
  • articolazione della spalla e testa dell’omero;
  • muscoli della cuffia dei rotatori;
  • braccia;
  • articolazione del gomito;
  • avambraccio;
  • polso;
  • coscia;
  • gamba;
  • articolazione del ginocchio;
  • articolazione della caviglia;
  • tratto cervicale;
  • tratto dorsale;
  • tratto lombare;
  • osso sacro e coccige;
  • mano;
  • piede e dita del piede.

Più in particolare, è opportuno rivolgersi a un fisiatra e sottoporsi a visita fisiatrica nei seguenti casi:

  • infortuni alle articolazioni, che comprendono distorsioni e lussazioni e comportano danni ad articolazioni, cartilagini articolari, capsule articolari e componenti ossee coinvolte;
  • borsiti, cioè l’infiammazione di una borsa sinoviale, una sacca colma di liquido posizionata in punti strategici del corpo umano per agire da cuscinetto anti-attrito;
  • tendinopatie, cioè tutti gli infortuni e le malattie a carico di uno o più tendini, comprese tendinite, tendinosi, entesopatia, tenosinovite stenosante e lacerazione tendinea;
  • infortuni muscolari, inclusi contratture, stiramenti e strappi;
  • deformità della colonna vertebrale, quali scoliosi, iperlordosi e ipercifosi;
  • nevralgie, cioè sofferenze di natura infiammatoria di un nervo periferico che causa dolore nelle zone anatomiche attraverso le quali transita; le più comuni sono la sciatica e la cruralgia;
  • cervicalgia, cioè dolore alla schiena avvertito lungo il tratto cervicale;
  • lombalgia, cioè dolore alla schiena avvertito nella zona lombare;
  • torcicollo, causato dalla contrattura dei muscoli del collo;
  • reumatismi, come quelli dovuti alla polimialgia reumatica, che colpisce soprattutto i pazienti anziani;
  • crampi muscolari, cioè una contrazione improvvisa e involontaria di uno o più muscoli;
  • sindromi da compressione nervosa, caratterizzate dallo schiacciamento di un nervo periferico, come la sindrome del tunnel carpale, la sindrome del tunnel cubitale, la sindrome del tunnel tarsale e la sindrome del piriforme;
  • discopatie, cioè le patologie a carico dei dischi vertebrali, come l’ernia del disco, la discopatia degenerativa e il bulging discale;
  • artrosi, la più comune forma di artrite caratterizzata da una degenerazione progressiva delle cartilagini che compongono le articolazioni; si manifesta tipicamente con l’invecchiamento e colpisce soprattutto il ginocchio (gonartrosi), le vertebre cervicali (spondilosi cervicale), le articolazioni delle mani (artrosi delle mani), la spalla (artrosi della spalla) e l’anca (coxartrosi)
  • artrite su base reumatoide, come la spondilite anchilosante;
  • malattie metaboliche delle ossa, come il rachitismo, l’osteomalacia, l’osteoporosi e la malattia di Paget;
  • miosite, cioè una particolare infiammazione dei muscoli che li deteriora e comporta debolezza, dolore e atrofia muscolare.
  • sperone o spina calcaneare, cioè una neoformazione ossea nella zona del tallone all’interno della fascia plantare, spesso collegata alla fascite plantare;
  • difetti degli arti inferiori e del piede, quali ginocchio valgo, piede piatto, piede cavo e dito a martello;
  • mialgie, cioè dolori muscolari aspecifici come il dolore al polpaccio;
  • dolori causati da traumi acuti o da periodi di sovraccarico eccessivi, come il dolore all’inguine e all’area pubica (pubalgia);
  • dolori articolari aspecifici (artralgie) o localizzati;
  • distrofia muscolare, che comprende una serie di patologie degenerative neuromuscolari;
  • patologie rare come l’algodistrofia, che si manifestano a seguito di un trauma a livello degli arti e sono resistenti ai comuni antidolorifici.

In presenza di queste condizioni è opportuno rivolgersi a centri specializzati in fisiatria, come il Poliambulatorio Fisio One Care, per fissare una visita fisiatrica, ottenere una diagnosi certa e individuare il piano terapeutico più adatto.

Come si svolge la visita fisiatrica?

La visita fisiatrica si compone di due momenti ben distinti, cioè l’anamnesi e l’esame obiettivo. L’anamnesi serve al medico per ottenere il maggior numero di informazioni sul paziente, al quale pone una serie di domande sulla sua storia clinica, sulle sue abitudini, sull’alimentazione, sullo stile di vita, sull’attività lavorativa e su eventuali sport praticati. Inoltre, indaga anche su eventuali patologie e terapie farmacologiche in corso. Infine, approfondisce i sintomi, così da avere già un’idea sulle possibili cause.

Successivamente si passa all’esame obiettivo: il fisiatra ispeziona e palpa le articolazioni e/o le strutture doloranti o malfunzionanti utilizzando test clinici e analizzando le capacità di movimento del paziente. Nello specifico, il fisiatra valuta le abilità funzionali del paziente e, in base ai riscontri ottenuti, ragiona sul percorso riabilitativo o di trattamento più adatto alle sue esigenze.

A fine visita, il fisiatra espone la sua diagnosi e suggerisce al paziente un’eventuale terapia; in presenza di patologie più specifiche, potrebbe richiedere sia ulteriori esami strumentali, sia il parere di un altro medico specialista.

Quanto dura la visita fisiatrica?

In genere, la visita fisiatrica dura circa mezz’ora. Le tempistiche potrebbero dipendere dal fatto che si tratti della prima visita o di una visita di controllo, dato che la prima richiede sicuramente più tempo della seconda.

Come prepararsi alla visita fisiatrica?

La visita fisiatrica non richiede alcuna preparazione specifica. Al paziente è consigliato indossare un abbigliamento comodo, dato che durante l’incontro il fisiatra potrebbe chiedergli di eseguire alcuni esercizi per valutare la sua capacità di movimento. Inoltre, è importante che il paziente porti con sé tutta la documentazione clinica, compresi i referti di eventuali esami eseguiti in passato e diagnosi precedenti, perché potrebbero essere utili al fisiatra per stabilire un piano terapeutico migliore.

La visita fisiatrica ha controindicazioni?

No, la visita fisiatrica non solo non ha controindicazioni, ma è praticamente obbligatoria per tutti coloro che subiscono un trauma e devono affrontare un percorso riabilitativo, a prescindere dall’età e dalla condizione in atto.