Lesione al menisco

Lesione del menisco: sintomi e rimedi

All’interno del ginocchio sono presenti due menischi, strutture composte da fibrocartilagine a forma di C, uno esterno (laterale) e uno interno (mediale). Svolgono diverse funzioni, in particolare:

  • migliorano la congruenza tra la tibia (piatta) e i condili femorali (convessi);
  • fanno da cuscinetti ammortizzatori tra tibia e femore;
  • garantiscono stabilità al ginocchio.

Le lesioni meniscali sono molto frequenti, possono colpire soggetti di qualunque età e hanno cause traumatiche (a seguito di un trauma o una distorsione), degenerative (per via dell’usura) o correlate a malformazioni congenite (come il menisco discoide).

Tipologie di lesione del menisco

Le lesioni del menisco possono essere a carico di un solo cuscinetto o di entrambi e diventano dolorose quando un frammento si posiziona in modo anomalo tra le superfici articolari. In base al punto in cui si genera la lesione, i danni meniscali vengono classificati in:

  • lacerazioni al corno anteriore o al corno posteriore se coinvolge l’estremità superiore;
  • lacerazione inferiore della mezza luna e al corpo se coinvolge la parte centrale.

Inoltre, a seconda dell’aspetto della lesione si può trattare di:

  • lacerazione radiale: inizia dal bordo del lato interno del menisco e si estende in modo orizzontale verso l’esterno. Solitamente colpisce il menisco laterale e se non si interviene tempestivamente può comportare uno strappo nel tessuto cartilagineo;
  • lacerazione longitudinale: consiste in una lesione verticale che colpisce il corpo del cuscinetto, quindi la parte centrale. Se non adeguatamente curato può comportare la formazione di un buco all’interno della fibrocartilagine del menisco;
  • lacerazione orizzontale: si tratta di un solco all’interno del tessuto cartilagineo che, se non trattato, può spingere il corpo ad auto ripararsi generando tessuto in eccesso che crea a sua volta una protuberanza.

Quali sono le cause della lesione del menisco?

La lesione del menisco è il danno più comune a carico del ginocchio; le cause all’origine possono essere diverse e dipendono spesso da fattori esterni:

  • processo degenerativo;
  • usura progressiva;
  • traumi.

Questi ultimi sono più frequenti nei soggetti con un’età compresa tra i 15 e i 35 anni e possono coinvolgere anche altre strutture del ginocchio; si tratta, in questi casi, di traumi indiretti, quindi causati da movimenti di rotazione e/o trazione associati a un cambio di direzione improvviso e repentino, che comporta uno stress di carico maggiore su alcune parti dell’articolazione (come i menischi e i legamenti).

I processi degenerativi, invece, riguardano principalmente i pazienti over 40 che magari hanno svolto lavori usuranti o che praticano sport amatoriali, come la corsa, che pongono il ginocchio in una condizione di stress continuo e prolungato nel tempo.

Con l’avanzare dell’età, poi, si è maggiormente esposti ai micro-traumi, spesso causati da movimenti apparentemente semplici (come alzarsi o salire le scale).

Sintomi delle lesioni meniscali

Saper riconoscere i sintomi della lesione del menisco è molto importante per poter giungere a una diagnosi certa. Di solito, la lacerazione si manifesta con:

  • gonfiore;
  • dolore;
  • blocco del ginocchio.

In caso di lesioni traumatiche il dolore si avverte nell’immediato, mentre le lesioni degenerative sono accompagnate da un dolore che inizia moderatamente e va ad aumentare nel tempo.

Come curare le lesioni del menisco

La cura, i rimedi e il trattamento della lesione del menisco variano a seconda della gravità del danno cartilagineo. Proprio per questo, nel momento in cui si inizia ad avvertire dolore nella parte bassa del ginocchio, è opportuno sentire tempestivamente il parere di un bravo ortopedico.

Lo specialista provvederà sicuramente alla richiesta di alcuni esami strumentali, come la risonanza magnetica e/o delle radiografie, per valutare lo stato di salute dei menischi e giungere a una diagnosi accurata.

Successivamente, per poter suggerire una terapia efficace e duratura, il medico valuterà:

  • la causa che ha generato la lacerazione;
  • la tipologia di lesione;
  • il menisco coinvolto;
  • l’età del paziente.

Lesione del menisco e trattamento conservativo

Per alleviare dolore e gonfiore nell’immediato, l’ortopedico può suggerire il classico protocollo RICE (rest – ice – compression – elevation): l’arto deve essere immobilizzato e messo a riposo, si applica del ghiaccio sulla zona lesionata e si possono assumere farmaci antidolorifici e FANS per tenere sotto controllo tutti i disturbi del caso.

Solitamente, per i pazienti giovani che non presentano blocco articolare il trattamento conservativo si rivela sufficiente ed efficace; nel caso in cui, invece, ci sia un frammento di menisco nell’articolazione, allora bisognerà ricorrere necessariamente all’intervento chirurgico.

I soggetti, infine, che subiscono una lesione del menisco per motivi degenerativi, devono semplicemente armarsi di pazienza e buona volontà: solo con il tempo e con il giusto movimento, infatti, il dolore tende a sparire.

In alcuni casi, potrebbe essere utile ricorrere alle infiltrazioni con acido ialuronico ad alto peso molecolare, che aiutano a sopportare lo stress articolare, a favorire la funzionalità dell’articolazione e a nutrire correttamente la cartilagine.

Lesione del menisco e trattamento chirurgico

In passato, il ruolo dei menischi veniva molto sottovalutato, tanto che si procedeva quasi sempre con l’asportazione in caso di lesione. Nel tempo, poi, gli studi hanno dimostrato una stretta correlazione tra intervento chirurgico e insorgenza di artrosi e altre patologie degenerative, spingendo quindi i medici a valutare altre strade.

Al giorno d’oggi, le vecchie tecniche sono state quasi del tutto sostituite dalla chirurgia artroscopica che, anziché rimuovere, sutura la parte danneggiata. Conservare il menisco, infatti, protegge la cartilagine articolare dai processi degenerativi e, se possibile, bisognerebbe evitare di asportarne delle porzioni.

Con i nuovi trattamenti chirurgici, quindi, è possibile:

  • suturare la parte di menisco lesionata, incentivando la cicatrizzazione e la rigenerazione spontanee;
  • asportare solo la porzione di menisco lesionata (tramite meniscectomia selettiva);
  • asportare totalmente il menisco lesionato (meniscectomia).

In alcuni casi (fortunati) il menisco è in grado di autoripararsi e l’intervento di suturazione punta proprio su questo: si svolge in artroscopia e ha un basso rischio di complicazioni sia a breve che a lungo termine. Di contro, richiede tempi di recupero piuttosto lunghi e spesso il paziente è costretto a utilizzare le stampelle per almeno 4 settimane. In ogni caso, si tratta di un ottimo investimento, dato che una suturazione meniscale ben eseguita riduce il rischio di degenerazioni cartilaginee successive.

Di conseguenza, se è davvero necessario asportare, è sempre preferibile optare per un’accurata selezione che risparmi la porzione di menisco rimasta integra e sana.

Trapianto meniscale: quando è possibile farlo

I pazienti che hanno subìto un’asportazione totale del menisco e manifestano dolore nonostante le superfici articolari siano intatte possono essere sottoposti a trapianto meniscale da donatori deceduti (allotrapianto).

Ovviamente, il menisco trapiantato sarà leggermente diverso da quello originale; di conseguenza, la funzionalità dell’articolazione potrebbe non essere comunque ripristinata del tutto, ma garantirà una buona mobilità e ridurrà il rischio di artrosi.

Gli interventi all’avanguardia, poi, consentono anche di sostituire la porzione di menisco asportata con uno speciale impianto di collagene che favorisce la cicatrizzazione stimolando, appunto, la capacità autorigenerativa del menisco.

Come prepararsi all’intervento chirurgico

Durante la fase pre-operatoria è necessario che il paziente eserciti quanto più possibile la parte anteriore della coscia, in modo da riprendersi più facilmente dopo l’intervento. Può farlo eseguendo:

  • contrazioni isometriche del quadricipite;
  • estensioni dell’arto inferiore.

Si tratta di esercizi generici, che non valgono per tutti i pazienti, quindi è sempre opportuno consultare il medico prima di procedere.

Riabilitazione post trattamento chirurgico

Dopo l’intervento chirurgico inizia per il paziente il percorso riabilitativo che, di norma, si pone due obiettivi fondamentali: riacquistare la completa mobilità e ripristinare le funzionalità del ginocchio.

Dopo una meniscectomia (sia totale, che parziale) la riabilitazione è più rapida: il paziente è in grado di camminare già dopo 1 o 2 giorni dall’intervento e, nell’arco di qualche settimana, può riprendere le sue normali attività.

Dopo una suturazione meniscale, invece, la riabilitazione richiede più tempo: il paziente può camminare solo con l’ausilio delle stampelle (da utilizzare per almeno 4 settimane) e deve attendere dai 4 ai 6 mesi prima di ricominciare a fare sport.

La riabilitazione, in ogni caso, viene organizzata e programmata dal fisioterapista o dall’ortopedico sulla base delle esigenze del singolo paziente. Un programma personalizzato è indispensabile in questi casi, così come la forza di volontà e l’impegno costante e giornaliero da parte del paziente.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma