Dalla fisioterapia ai trattamenti medici e chirurgici: ecco come ridurre gli effetti delle cicatrici e migliorare l’estetica e la salute della pelle.

Cicatrici: come trattarle

Chiunque, almeno una volta nella vita, ha avuto a che fare con una cicatrice, cioè il risultato di una danno a carico della pelle. Nello specifico, la cicatrice è un tessuto fibroso che si forma per riparare una lesione della pelle (patologica o traumatica), ed è dovuta a un’intensa produzione di tessuto connettivo. Le cicatrici non si rimarginano come le ferite normali, ma lasciano un segno sulla pelle.

Entrando più nel dettaglio, il processo di cicatrizzazione di una ferita si definisce come un processo riparativo che avviene attraverso le seguenti fasi:

  • emostasi, cioè l’immediata reazione dell’organismo, durante la quale entrano in gioco le piastrine che formano una sorta di tappo per chiudere la ferita. Seguono i fattori di coagulazione che creano una rete di fibrina che si mescola con le piastrine per stabilizzare il danno fino a completa guarigione della ferita;
  • infiammazione, che prevede l’intervento di alcune componenti del sistema immunitario (come macrofagi e neutrofili) per eliminare eventuali patogeni presenti. In questa fase la ferita appare rossa, gonfia e calda al tatto,mentre il coagulo inizia a essere sostituito dal tessuto cicatriziale più solido. Questa fase può durare poche settimane o prolungarsi per qualche mese.
  • rimodellamento, l’ultima fase della cicatrizzazione nella quale la cicatrice matura e migliora nell’aspetto e nella consistenza. Questo processo fisiologico può continuare per mesi o anni.

Col passare del tempo  la cicatrice può diventare più o meno evidente e la sua presenza di per sè costituisce un problema clinico, definito come patologia secondaria. Nei tessuti adiacenti e sottostanti la ferita possono formarsi fastidiose aderenze, può presentarsi una significativa alterazione della sensibilità, disabilità funzionale, dolore e prurito, tutte complicanze del processo di cicatrizzazione. Inoltre quando la cicatrice rimane piuttosto visibile, può essere motivo di disagio creando notevole stress psicologico.

Il trattamento dei Fisioterapisti di FisioOneCare di Parma gioca un ruolo fondamentale nel guidare il corretto sviluppo di una cicatrice, prevenendo la formazione di possibili aderenze e guidando infine la cicatrice al suo recupero completo, tenendo presente la necessità di salvaguardare l’aspetto estetico e funzionale.

Quanti tipi di cicatrici ci sono?

In base all’entità della lesione e al processo di cicatrizzazione, esistono diversi tipi di cicatrice, che possono essere raggruppati in 3 grandi categorie:

  • cheloidi, esiti cicatriziali causati da una produzione eccessiva di fibroblasti, cioè di cellule del tessuto connettivo che intervengono durante la guarigione di una ferita. Di solito, compaiono nella regione superiore del tronco e nell’area dorsale superiore e medio toracica e si distinguono dalle altre cicatrici perché tendono a svilupparsi oltre i limiti della ferita o della zona lesionata. Si riconoscono facilmente per il loro colore rosaceo, la forma ovoidale e la consistenza liscia e dura;
  • cicatrici ipertrofiche, che al pari dei cheloidi sono il risultato di un’eccessiva produzione di tessuto cicatriziale, con la differenza che hanno dimensioni e persistenza inferiori;
  • cicatrici atrofiche, che al contrario di cheloidi e cicatrici ipertrofiche, consistono nel risultato di una produzione insufficiente di tessuto cicatriziale, quindi è possibile che la cicatrice si riapra.
  • cicatrice retraente, caratterizzata da una retrazione cutanea provocata da forze centripete di varia intensità, tipica delle articolazioni sottoposte ai movimenti di flessione ed estensione.

Purtroppo, le cicatrici sono permanenti e non possono essere eliminate totalmente; tuttavia, è possibile intervenire in modi diversi per migliorare il loro aspetto, renderle meno evidenti e permettere al paziente di condurre una vita serena e priva di imbarazzo.

Trattamenti medici per le cicatrici

La prima strada che è possibile percorrere per curare le cicatrici e migliorare il loro aspetto prevede una serie di trattamenti medici o fisioterapici, che possono essere applicati singolarmente o in concomitanza tra loro. Ecco i principali:

  • massaggio della cicatrice, da ripetere più volte al giorno non appena la ferita si rimargina completamente;
  • creme e cerotti, soprattutto quelli a base di vitamina E e quercetina, che proteggono la ferita dall’umidità e favoriscono il processo di guarigione;
  • compressione della cicatrice, tramite medicazioni che comprimono costantemente la ferita e si rivelano efficaci in particolare per cheloidi e cicatrici ipertrofiche;
  • fogli o pomate di gel di silicone, indicati per schiarire le cicatrici;
  • iniezioni di cortisonici, impiegate soprattutto per cheloidi e cicatrici ipertrofiche poiché ne riducono il volume;
  • trattamenti laser, ablativi e non ablativi: i primi puntano sulla capacità autorigenerativa dei fibroblasti e levigano la superficie cutanei, i secondi migliorano la qualità dei tessuti “nuovi”;
  • dermoabrasione, eseguita in anestesia locale, che permette di levigare meccanicamente lo strato superficiale della pelle;
  • crioterapia, che consente di eliminare il tessuto cicatriziale tramite ustioni provocate dal freddo;
  • peeling chimici, eseguiti con sostanze acide in grado di eliminare lo strato superficiale della pelle per ridurre il rigonfiamento delle cicatrici;
  • filler, a base di collagene e acido ialuronico, che migliorano l’aspetto della cicatrice.

Trattamenti fisioterapici per le cicatrici

In alternativa o in contemporanea ai rimedi medici, la fisioterapia gioca un ruolo cruciale nel trattamento delle cicatrici. Così come sottolineato dai fisioterapisti del Poliambulatorio FisioOneCare di Parma, la cute è un organo dotato di numerose funzioni e diversi collegamenti con il sistema nervoso centrale e periferico; di conseguenza, è un tessuto vitale per l’adattamento generale del corpo umano.

Se la ferita non è solo cutanea, ma va a coinvolgere anche altri stati e organi sottostanti, possono formarsi delle aderenze, che tendono solitamente ad accumulare tensioni e a generare problemi di mobilità dei tessuti circostanti. Nello specifico, le aderenze consistono in fasci fibrosi che si formano tra organi o strutture anatomiche proprio durante il processo di cicatrizzazione, andando a creare un’alterazione della struttura anatomica della parte coinvolta.

In questi casi, il fisioterapista interviene affinché la cicatrice non sia causa di problematiche posturali, viscerali e somatiche. Attraverso un trattamento ben eseguito, è possibile risolvere fastidi cicatriziali in modo definitivo e alleviare i problemi che ostacolano la totale rimarginazione della pelle.

Un esempio assai diffuso di cicatrice potenzialmente problematica è quella da taglio cesareo, che può creare aderenze sui piani fasciali e muscolari riducendo la naturale elasticità dei tessuti e gravando quindi sulla salute generale dell’organismo. La cicatrice da taglio cesareo può provocare dolore e prurito, deficit di sensibilità, sensazione di blocco e rigidità, fragilità cutanea, ma anche fastidiosi mal di schiena. Questo perché i tessuti addominali e viscerali sono strettamente collegati al sistema fasciale e un’aderenza superficiale causata da una cicatrice può alterarne lo stato di tensione e creare rigidità interna al rachide.

Rimanendo sul taglio cesareo, quest’ultimo è direttamente collegato con la fascia trasversale e perineale: i tagli interferiscono con la distribuzione delle forze a livello fasciale, creano adesioni nei tessuti circostanti e provocano sintomi come stitichezza, gonfiore addominale e problemi digestivi.

In queste circostanze, il fisioterapista andrà a lavorare sia in modo diretto sulla cicatrice, sia in modo indiretto sui tessuti circostanti; in breve tempo e con trattamenti costanti, è possibile ripristinare la corretta fisiologia dell’intero distretto corporeo coinvolto.

Trattamenti chirurgici per le cicatrici

Se i trattamenti medici e l’intervento del fisioterapista non migliorano la situazione o se la cicatrice in questione è particolarmente grave e fastidiosa, allora potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico. Le tecniche più utilizzate per le cicatrici sono:

  • microchirurgia estetica, che prevede il prelievo di minuscoli cilindri di tessuto danneggiato per sostituirli con altrettanti minuscoli cilindri di cute sana prelevati dal paziente stesso. Di solito, sono necessarie più sedute;
  • escissione intralesionale o completa della cicatrice, cioè la rimozione totale o parziale dell’esito cicatriziale;
  • plastiche a Z o a W, due tecniche che riposizionano o cambiano la direzione della cicatrice, interrompere la sua trazione o migliorarne la flessibilità. Sono utili in caso di cicatrici retraenti;
  • radioterapia, spesso associata alla chirurgia.

Quando si ricorre all’escissione della cicatrice e bisogna rimuovere un tessuto di grandi dimensioni, si può successivamente procedere con la riparazione dello stesso tramite lembi vicini o innesti cutanei.

In ogni caso, prima di valutare l’intervento chirurgico, bisogna sempre aspettare almeno un anno dalla lesione, in modo da dare alla ferita il tempo necessario per portare a termine i processi di cicatrizzazione.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma