idrokinesiterapia per la riabilitazione della spalla

L’idrokinesiterapia per la riabilitazione della spalla: tutti i vantaggi

Tra tutte le articolazioni presenti nel corpo umano la spalla è indubbiamente la più mobile, anche e soprattutto grazie alla collaborazione tra le articolazioni gleno-omerale (cioè poste tra l’omero e la cavità glenoide della scapola) e acromioclavicolare (cioè tra scapola e clavicola).

Proprio per via della sua estrema mobilità e, di conseguenza, dell’ampio uso che ne viene fatto ogni giorno, la spalla è l’articolazione che tende più di tutte a incorrere in diverse patologie sia in soggetti sportivi, sia in soggetti sedentari.

L’aspetto positivo è che è possibile intervenire tempestivamente e a lungo termine attraverso riabilitazione e terapie mirate, tra le quali rientra anche l’idrokinesiterapia, un trattamento in continuo miglioramento e dai benefici davvero interessanti.

Cos’è l’idrokinesiterapia

I cambiamenti e le evoluzioni in ambito riabilitativo sono stati, negli ultimi anni, stupefacenti: i progressi sono stati numerosi e sono state introdotte delle nuove tecniche che, in breve tempo, hanno saputo regalare degli ottimi frutti. Per quanto riguarda la spalla, ma non solo, insieme alla classica fisioterapia “a secco”, è stata infatti introdotta l’idrokinesiterapia, che sfrutta tutte le potenzialità dell’acqua (idro) per riabilitare i movimenti (kinesi) delle articolazioni influendo contemporaneamente sui sistemi cardiovascolare, respiratorio, muscolo-scheletrico e nervoso.

Di conseguenza, l’idrokinesiterapia agisce in modo eccellente sul carico, sul rilassamento muscolare e sul riassorbimento degli edemi permettendo al soggetto in riabilitazione di ottenere ottimi risultati in breve tempo e, soprattutto, in modo meno doloroso.

Patologie della spalla ed esercizi

L’idrokinesiterapia, quindi, consiste nell’effettuare una serie di movimenti in acqua per riabilitare la mobilità della spalla. La tecnica consente di trattare diverse patologie che possono colpire l’articolazione, tra cui:

  • lussazioni
  • sindromi da conflitto
  • fratture clavicolari
  • instabilità
  • sindrome della spalla congelata
  • fratture dell’omero
  • lesioni della cuffia dei rotatori
  • protesi alla spalla
  • lesioni del capo lungo del bicipite

In base alla patologia, all’età e allo stile di vita, in accordo con lo specialista è possibile prevedere un percorso riabilitativo composto da 3 step:

1. Prima fase di recupero – rom articolare attivo, che prevede i seguenti esercizi:

  • bastone portato in avanti ed indietro sul piano sagittale;
  • rotazione del bastone in entrambe i versi;
  • tavoletta galleggiante spostata con le mani, in modo da avvicinarla e allontanarla dal petto;
  • altri esercizi in posizione prona con maschera e boccaglio.

2. Seconda fase di recupero – tono muscolare, che comprende questi esercizi:

  • esercizi con galleggianti attaccati ai polsi per creare contro resistenza all’acqua;
  • esercizi con elastici;
  • esercizi in posizione prona con maschera, boccaglio e galleggianti ai polsi.

3. Terza fase – trofia muscolare e recupero gestualità, che si basa su:

  • esercizi mirati a un ritorno progressivo all’attività sportiva;
  • esercizi propriocettivi;
  • esercizi isometrici per rinforzare il tono muscolare;
  • esercizi di simulazione dei vari movimenti sportivi.

Ogni fase può essere personalizzata in base al soggetto in riabilitazione. Gli esercizi devono essere svolti 2-3 volte a settimana e devono essere alternati a riposo o trattamenti di fisioterapia tradizionale. Bisogna ricordare, poi, che è necessario rispettare la soglia del dolore e non oltrepassare il proprio limite, altrimenti si otterrà un effetto contrario.

In generale, comunque, gli esercizi proposti dall’idrokinesiterapia mirano alla riduzione del dolore, si svolgono in modo attivo e, grazie al supporto dell’acqua, è possibile compiere alcuni movimenti irripetibili sulla terraferma.

I benefici dell’idrokinesiterapia

Optare per l’idrokinesiterapia comporta un gran numero di vantaggi, dei quali è possibile godere però solo se la riabilitazione viene iniziata tempestivamente, intorno cioè alla terza settimana post-intervento chirurgico.

Cominciare precocemente, infatti, permette di guadagnare tempo nel recupero e di provare meno dolore, dato che le eventuali manipolazioni effettuate dal fisioterapista avvengono in acqua e, di conseguenza, causeranno meno fastidi. Al contempo, anche la temperatura, il contesto microgravitario e il rilassamento generale contribuiscono a un’esperienza meno dolorosa e più soddisfacente.

I principali vantaggi che si possono ottenere sono:

  • aumento delle abilità motorie del corpo;
  • aumento della flessibilità;
  • miglioramento della coordinazione e dell’equilibrio;
  • miglioramento dell’autocontrollo e aumento dell’autostima;
  • contributo alla salute ossea e muscolare;
  • prevenzione di posture scorrette;
  • contributo alla perdita di peso;
  • miglioramento del sonno.

Inoltre, per fare idrokinesiterapia non è necessario saper nuotare: sarà il fisioterapista, in caso, a fornire il paziente di tutto l’equipaggiamento necessario per stare a galla e sentirsi sicuro, soprattutto nel momento in cui dovrà lavorare in posizione supina.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma