Manipolazioni vertebrali HVLA

Manipolazioni vertebrali HVLA: cosa sono e quando si rivelano utili

In ambito osteopatico, fisioterapico e chiropratico vengono ampiamente utilizzate le tecniche HVLA (High Velocity Low Amplitude): si tratta di applicazioni di terapia manuale mirate chiamate anche “thrust” o “adjustment” che servono a “scrocchiare” delle parti del corpo quando il paziente risulta particolarmente contratto.

Ciò che contraddistingue le tecniche HVLA è il suono che producono durante l’esecuzione: una sorta di “crack” o “pop” che avviene a livello delle articolazioni sinoviali dell’apparato muscolo-scheletrico. Ancora oggi non è molto chiaro il motivo per cui si verifichi questo suono, ma si ipotizza che all’interno della capsula articolare sia presente un lubrificante (il cosiddetto liquido sinoviale) che nutre le cellule che producono e mantengono la cartilagine articolare e che contenga dei gas disciolti come ossigeno, azoto e anidride carbonica; il rumore è dato da questo e non da un trauma articolare, di conseguenza non arreca alcun danno, anzi, comporta grossi benefici all’intero organismo.

Come si eseguono le manipolazioni HVLA

Le tecniche HVLA non sono dolorose, ma devono essere eseguite da mani esperte e attente che garantiscano gli effetti desiderati senza andare a compromettere ulteriormente lo stato di salute.

In generale, in fisioterapia, osteopatia e chiropratica le tecniche di manipolazione vertebrale sono di due tipologie:

  • tecniche dirette (HVLA);
  • tecniche indirette (su tessuti molli o muscoli).

Le manipolazioni che originano il famoso “crack” sono le prime, cioè le tecniche dirette HVLA, che si effettuano con movimenti ad alta velocità di esecuzione e bassa ampiezza. Per far sì che si ripristini la funzionalità articolare, è necessario l’utilizzo del principio della barriera restrittiva, cioè quella barriera che si interpone tra un punto neutro e la barriera fisiologica dell’articolazione (oppure di un segmento che manifesta uno stato disfunzionale).

Ecco come si esegue generalmente un thrust:

  • il terapista controlla i parametri disfunzionali e il corretto posizionamento del paziente;
  • procede con la ricerca della barriera restrittiva facendo compiere al paziente determinati movimenti passivi;
  • il paziente raggiunge una condizione di rilassamento miofasciale, indispensabile per evitare che la tensione muscolare e l’irrigidimento muscolare influiscano negativamente sull’esito finale;
  • il terapista esegue la tecnica attraverso un movimento breve e ad alta velocità di esecuzione;
  • conclude con la rivalutazione dei parametri disfunzionali e della ROM (Range Of Motion), cioè l’ampiezza del movimento dell’articolazione che, dopo la manipolazione, dovrebbe essere aumentata.

In sostanza, il medico specialista non fa altro che eseguire la tecnica proprio sul punto in cui si posiziona la barriera restrittiva e, nello stesso punto, viene dato l’input meccanico tramite il movimento breve e super rapido. Il terapista deve prestare attenzione in modo da non arrivare mai a effettuare la tecnica oltre la barriera anatomica e fisiologica dell’articolazione, altrimenti causerebbe un danno.

Tutti i benefici delle tecniche HVLA

Una volta completato il thrust, i benefici sono praticamente immediati sia sulla meccanica articolare, sia a livello neurofisiologico; grazie alla velocità di esecuzione, infatti, la manipolazione è in grado di innalzare la soglia di attivazione del riflesso di stiramento dei tessuti.

Le tecniche HVLA possono essere eseguite su varie articolazioni e su diversi livelli della colonna vertebrale in base ai sintomi manifestati dal singolo paziente; di conseguenza possono essere applicate alla zona:

  • cervicale;
  • dorsale;
  • lombare.

A livello lombopelvico, si ha un netto miglioramento nel dolore avvertito, nel controllo dell’equilibrio e nel senso di posizionamento del ginocchio in tutti quei pazienti che soffrivano precedentemente di dolore femoro-rotuleo. I benefici, quindi, sono anche a livello propriocettivo e il dolore si riduce anche quando il ginocchio viene flesso a 60°.

In merito alla manipolazione della colonna toracica in pazienti affetti da radicolopatia cervicale, invece, la manipolazione toracica apporta dei miglioramenti nel dolore, nella ROM cervicale e nella resistenza dei muscoli flessori del collo. I pazienti rivelano netti miglioramenti al collo e agli arti superiori fino a 48-72 ore dopo il trattamento.

Infine, le manipolazioni HVLA del rachide cervicale hanno un effetto positivo sulla meccanosensibilità del nervo mediano con la riduzione della sensibilità meccanica neurale degli arti superiori e un netto miglioramento della ROM.

Ma non solo: anche a livello viscerale le tecniche HVLA apportano benefici sul sistema nervoso autonomo (SNA) che “distribuisce” i nervi a vari organi composti da muscolatura liscia (come cuore, polmoni, saliva, pupille, reni, fegato, vescica e ghiandole digestive) e ne regola i vari processi corporei come la frequenza cardiaca e respiratoria, la sudorazione e la secrezione salivare, la pressione sanguigna e la risposta pupillare.

Per completare, le HVLA hanno anche azione antidolorifica (stimolando meccanicamente le radici dorsali si favorisce il rilascio di beta endorfine) e azione bioattivante e defaticante sulla muscolatura periferica.

Quando non eseguire le HVLA

Bisogna sottolineare che, per quanto le manipolazioni HVLA siano estremamente efficaci, non possono essere sempre e comunque, ma dipende dal paziente e dai disturbi che presenta. Le controindicazioni assolute sono:

  • patologie neoplastiche;
  • stati infettivi articolari;
  • patologie reumatiche (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, osteo-artrosi severa);
  • sintomatologia dolorosa acuta nel distretto target;
  • osteocondrosi giovanile;
  • trauma recente (frattura o distorsione);
  • ostruzione/insufficienza artero-venosa nell’articolazione target;
  • ernia discale espulsa con sintomi neurologici associati;
  • sindrome della cauda equina;
  • spondilolistesi o spondilolisi;
  • sindrome di Down (rachide cervicale);
  • recente abuso di steroidi.

Inoltre, le manipolazioni vertebrali HVLA non devo essere assolutamente eseguite se il terapista non gode dell’esperienza e della formazione necessaria; un movimento errato, infatti, potrebbe peggiorare la situazione, causare ulteriori danni e arrecare sintomi e disturbi cronici al paziente. Ecco perché è consigliato rivolgersi solo a fisioterapisti e osteopati esperti in materia che, con le dovute accortezze, possono alleviare i disturbi e ridurre il dolore il poche e semplici mosse.

Categoria Articolo: Fisioterapia Parma