Crossfit e fisioterapia

Crossfit e fisioterapia: tra prevenzione e riabilitazione

Nato intorno agli anni Settanta negli Stati Uniti, il crossfit è uno sport che si è abbondantemente diffuso in tutto il mondo nel corso degli anni Novanta, rientrando a tutti gli effetti tra le attività più amate e praticate a livello internazionale. Giunto in Italia, è seguito da centinaia di appassionati anche a Parma, i quali trovano grande beneficio negli esercizi proposti.

Nello specifico, il crossfit racchiude tutta una serie di attività più o meno intense che, inizialmente studiate per militari e poliziotti, hanno pian piano affascinato moltissimi sportivi e amatori. Il suo successo deriva probabilmente dalla curiosità che è in grado di innescare in tutti coloro che vogliono approcciarsi a un allenamento molto complesso e, al tempo stesso, non eccessivamente esigente dal punto di vista psicofisico.

Tra l’altro, il crossfit coinvolge tutte le parti del corpo e garantisce un benessere fisico in generale, che spazia da quello muscolare a quello cardiovascolare, basato sulla riproduzione di movimenti compiuti nel corso della giornata ma con un’intensità più elevata.

Ovviamente, come tutti gli sport anche il crossfit non è di certo esente da eventuali infortuni; considerando che bisogna mettere in gioco tutte le parti del corpo, basta una semplice distrazione o un puro caso sfortunato per farsi male, soprattutto a spalle e ginocchia. Per fortuna, il crossfit cammina fianco a fianco alla fisioterapia che consente non solo di prevenire gli incidenti, ma anche di porre rimedio in modo efficace e duraturo.

Principali infortuni nel crossfit

Ancora oggi, il pensiero comune vede nel crossfit uno sport estremo e pericoloso, ma è assolutamente infondato; tra gli esercizi previsti e un qualsiasi altro sport, infatti, non ci sono molte differenze e gli incidenti, come ben si sa, possono sempre capitare.

Nel caso specifico del crossfit gli infortuni più comuni sono 4:

  • mal di schiena: può manifestarsi come un piccolo fastidio o una dolorosa sciatalgia; solitamente è causato da uno stress eccessivo a carico della colonna vertebrale;
  • dolore anteriore al ginocchio: un allenamento estenuante può provocare dolore al ginocchio, spesso localizzato sulla rotula o sulla zona che la circonda;
  • dolore alla spalla: più precisamente, il dolore si focalizza sulla cuffia dei rotatori e deriva principalmente dal sollevamento pesi;
  • epicondilite (o gomito del tennista): il dolore è localizzato nella parte esterna del gomito e può essere causato dalla ripetizione di esercizi che gravano sui polsi.

Questi inconvenienti non sono causati direttamente dal crossfit ma dalla noncuranza con la quale si continua a spingere senza rispettare o tenere in considerazione i limiti del proprio fisico. In fin dei conti, qualunque sport può rivelarsi pericoloso se non viene praticato correttamente e si sforzano eccessivamente sia il corpo che la mente.

Ed è proprio qui che entra in gioco la figura del fisioterapista che, da specialista nel campo, può educare sportivi e non a riconoscere i propri limiti e ad eseguire ogni singolo esercizio nel modo più adeguato. Di conseguenza, appare evidente come il crossfit non possa fare a meno della fisioterapia, soprattutto nel momento in cui si ha a che fare con atleti professionisti che non possono (e non vogliono) rischiare di dover abbandonare la propria carriera prima del tempo.

L’importanza della fisioterapia del crossfit

Molti personal trainer godono di un’esperienza invidiabile, senza alcun dubbio, ma è il fisioterapista l’unico in grado di poter risalire all’origine del dolore esaminando accuratamente il “paziente” e compiendo le indagini diagnostiche necessarie per risolvere velocemente il problema.

Il fisioterapista, quindi, accogliendo il dolore come campanello di allarme può evitare che esso sfoci in qualcosa di più grave, gestire qualunque tipologia di infortunio e suggerire allo sportivo le migliori tecniche da adottare per riprendersi al meglio. Questo vale anche e soprattutto nel caso in cui sia la spalla a infortunarsi, dato che si tratta di uno dei punti deboli di tutti coloro che praticano crossfit. Una spalla dolorante diventa invalidante e non consente all’atleta di essere performante sia in fase di allenamento, sia in occasione di eventuali competizioni.

Come si comporta, allora, il fisioterapista? Spinge lo sportivo a seguire due step ben precisi: l’utilizzo dell’immagine motoria e il miglioramento della resistenza aerobica. Eccoli nel dettaglio:

Utilizzo dell’immagine motoria

Quando un individuo compie un movimento, qualunque esso sia, è il cervello a programmarlo per poi dare opportune direttive al fisico per eseguirlo correttamente. Anche nel caso del crossfit, quindi, la fase della programmazione si rivela estremamente utile, perché consente al cervello di non trovarsi impreparato di fronte a un esercizio nuovo o più complesso e permetterà al corpo di svolgerlo nel migliore dei modi.

Dopodiché, bisogna immaginare e simulare il movimento: l’ideale sarebbe sedersi, fare un respiro profondo, ed eseguire l’esercizio mentalmente rispettando i tempi previsti per portarlo a termine. Così facendo, oltre il cervello, anche il fisico sarà pronto ad affrontare una nuova sfida senza correre il rischio di infortuni!

Il tutto richiede pochissimi minuti, quindi non toglie tempo all’allenamento ma, al contrario, ne garantisce il corretto svolgimento e in uno status di totale sicurezza.

Resistenza aerobica

Possedere una buona resistenza aerobica è fondamentale per allenare le spalle riducendo al minimo il rischio di incidenti e dolori. In fondo, il cuore è la pompa che eroga energia al corpo consentendogli di compiere gli esercizi stabiliti; di conseguenza, più si favorisce la resistenza aerobica e più spazio ci sarà all’interno della “pompa”, in modo da avere più aria a disposizione per abbassare la frequenza cardiaca sotto sforzo.

Proprio per questo, il fisioterapista tende a suggerire agli atleti di prevedere sempre esercizi aerobici nel loro allenamento, anche una semplice corsa una volta a settimana ma da praticare costantemente. Si può iniziare con un riscaldamento di 15-20 minuti, per poi incrementare lentamente e tenere in considerazione questi suggerimenti:

  • evitare superfici totalmente piane;
  • preferire un percorso con dislivelli che permettano di distribuire meglio le forze di attrito e di evitare il sovraccarico;
  • eseguire lo stretching solo alla fine;
  • aumentare la cadenza del passo in corso d’opera.

All’inizio potrà sembrare difficile e quasi insostenibile ma, a poco a poco, i risultati saranno evidenti già dopo le prime settimane, il che sarà da incentivo per continuare e non mollare.

Fisioterapia e riabilitazione

Quanto spiegato finora dimostra chiaramente quando la fisioterapia sia importante nel crossfit (così come nello sport in generale); peccato che molti atleti, ancora oggi, ricorrano all’aiuto del fisioterapista quando è troppo tardi, cioè quando l’infortunio si è già verificato e il dolore diventa insopportabile.

L’intervento tempestivo è sicuramente fondamentale per limitare i danni: una seduta da un fisioterapista professionista, infatti aiuta a sciogliere le contratture e a liberare la muscolatura nell’immediato, mentre il dolore tende a svanire nell’arco dei giorni successivi.

Le manipolazioni fisioterapiche, come quelle eseguite dai fisioterapisti del Fisioonecare di Parma, infatti, permettono ai tessuti muscolari di riprendersi in fretta, consentendo agli atleti di poter tornare ad allenarsi in breve tempo, ma sottoporsi a delle sedute ancora prima che l’infortunio si verifichi (quindi in modo preventivo) è sicuramente la scelta più saggia che ogni sportivo possa prendere.

A livello preventivo, infatti, la fisioterapia per il crossfit analizza i punti deboli dell’atleta e va ad agire in modo mirato proprio su questi. Di solito si tratta di rigidità eccessive, articolazioni con poca stabilità, scarsa coordinazione che scaturiscono in tendiniti o tendinosi, sindromi inserzionali, stiramenti muscolari, strappi, lombalgie e lombosciatalgie. Il fisioterapista, in pratica, lavora su questo cercando di ridurre i rischi e, in caso, di rimettere in piedi l’atleta nel più breve tempo possibile.

La soluzione ideale sarebbe trovare il giusto equilibrio tra prevenzione e preparazione fisica, cioè allenarsi con la giusta intensità senza però esagerare e rischiare di farsi male. Il supporto del fisioterapista può agevolare l’atleta nel trovare il compromesso migliore e la partnership risulterà sicuramente una mossa vincente.